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lunedì 29 ottobre 2007

Uto Ughi: violino diabolico



Si è aperta ieri sera la stagione concertistica della Camerata Musicale Barese con il concerto di Uto Ughi ed Alessandro Specchi all’Auditorium della Guardia di Finanza.La stagione della Camerata sarà fitta di eventi diversi che si svolgeranno nel corso dell’anno e che spazieranno dalla musica classica al jazz, alla danza, fino al musical dando vivacità alla vita culturale della città di Bari e offrendo varietà.Non è la prima volta che Ughi è ospite della Camerata, evidentemente il pubblico barese lo ama e lo attende senza stancarsi di riascoltarlo più volte. E’ ammirevole il fatto che ogni volta che un nome di tale rilievo come Ughi o Accardo, per non citarne troppi, visitino il giorno dopo il Concerto il Conservatorio di Musica. Ciò denota da parte di due istituzioni importanti come una associazione concertistica e una istituzione educativa senso di collaborazione e devozione alla musica. Dopo i saluti iniziali di benvenuto da parte delle personalità che portano avanti il lavoro della Camerata, Ughi stesso ha continuato a tenere il microfono per avere un rapporto diretto con il pubblico e spiegargli le caratteristiche dei pezzi che avrebbe suonato. Il primo brano in programma è stato il Preludio ed Allegro nello stile di Pugnani in mi minore di Pugnani-Kreisler. Pugnani, insieme a Tartini è stato colui che ha gettato le basi della scuola violinistica italiana dandole onore e riconoscimento in tutta Europa. Il tema iniziale declamato dal violino è imponente e grandioso e fa da preludio alle agilità virtuosistiche dell’ Allegro nelle quali Ughi sguazza nell’agio più assoluto.Seguiva la sonata in do minore op.30 n.2 di Beethoven (1770-1827).Il do minore, tonalità tragica per Beethoven, è la tonalità della V sinfonia. Composta, appunto, in un periodo tragico poiché Beethoven apprendeva della sua sordità. Nel testamento di Heilingenstadt Beethoven diceva di essere in preda ad una tale disperazione che sarebbe giunto al suicidio se non avesse avuto fede nella missione profonda che l’artista deve avere per il suo pubblico. Fortunati noi a non perdere questo genio che ha continuato ha comporre capolavori che vengono ascoltati e goduri ancora oggi. Per Beethoven, come scelta di suono e come tipo di fraseggio, Ughi ha dato una interpretazione molto romantica alla sonata. Forse, talvolta, un suono più classico non sarebbe stata una cattiva idea. Nella seconda parte si sono avvicendati due compositori: H. Wieniawsky (Lublino 1835-Mosca 1880) e Ravel (Ciboure Bassi Pirenei 1875-Parigi 1937). Wieniawsky è per i polacchi quello che Paganini era per gli italiani.Tre brani virtuostici ma ricchi di malinconia sono stati la Legende op. 17, la Polonaise de concert op.4 e Scherzo e Tarantella op.16.Tutti brani di un repertorio da violinista virtuoso qual Ughi è.La Tzigane di Ravel ha concluso il programma. Il brano in questione è originale per violino ed orchestra e mostra le grandi capacità di Ravel, quelle di creare sonorità talmente differenti e varie usando un unico strumento. Ughi ha concesso un bis al pubblico, il terzo tempo del concerto di Paganini ed ha rimandato l’appuntamente al giorno successivo al Conservatorio di Bari ed ha ribadito il ruolo fondamentale che la musica ha e che dovrebbe avere nella scuola italiana come materia fondamentale per la formazione dell’uomo.Arrivederci al prossimo appuntamento con il suo affezionatissimo pubblico.
Viviana Velardi

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