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lunedì 19 novembre 2007

Tuxedomoon ... La luna in frac alla XXIII edizione del Festival Time Zones


Palatour di Bitritto (Bari) - domenica 18 novembre – In bilico tra passato e futuro, ma sempre in frac. Da trent’anni i Tuxedomoon, leggendaria band nata a San Francisco nel 1977 dal sodalizio artistico tra Steven Brown e Blaine Lesile Reininger (entrambi studenti di elettronica al San Francisco City College), hanno saputo fondere in un’alchimia sonora unica ed inconfondibile le diverse arti (musica, teatro, mimo, danza, video e cinema), diventando il gruppo multimediale per eccellenza nel panorama rock contemporaneo degli ultimi trent’anni. Una musica senza tempo caratterizzata da un sapiente mix di new wave americana, ritmiche ossessive, atmosfere decadenti e claustofobiche del post punk e performance di artisti dell’epoca come la vocalist Victoria Lowe, Gregory Cruikshank e il performer ed autore teatrale Winston Tong. Per i trent’anni della loro carriera artistica, i Tuxedomoon hanno da poco intrapreso il tour mondiale che tocca anche l’Italia con cinque date, una di queste è toccata ieri a Bari, al Palatour di Bitritto, nell’ambito della rassegna Time Zones. Steven Brown, con e senza i Tuxedomoon, si è più volte esibito nel capoluogo pugliese. Ricordiamo il concerto al teatro Petruzzelli di ventiquattro anni fa, segnato dall’incendio di una poltrona rossa, episodio immortalato nella registrazione live dell’album antologico “Pinheads on the move”, ma anche il concerto alla discoteca Camelot e lo straordinario concerto al Renoir in cui presentò l’album “Brawn plays Tenco”, omaggio a Luigi Tenco. La line up allestita per il live di Bitritto vede all’opera il quintetto: Bruce Geguldig (performance video), Luc Van Lieshout (tromba), Blaine L. Reininger (violino, tastiere e voce), Peter Principle (basso) e Steven Brown (voce, piano e sax). Sono circa le 21.30 quando i mitici Tuxedomon entrano in scena. L’emozione è tanta, il pubblico formato essenzialmente da nostalgici del periodo post punk acclamano a gran voce l’uscita sul palco di Brown e company. Ad aprire il live una lunga suite strumentale dal titolo” Effervescing” mentre le immagini in bianco e nero di manichini dalle sembianze femminili scorrono intrecciandosi simbioticamente con la musica ipnotica e nevrotica ben sostenuta nel finale dall’introduzione della drum machine . La prima parte del concerto è impostata essenzialmente con brani dei primi album, poi con “Still shall voice”, tratto dell’ultimo album, si apre un’alternanza spazio temporale nella quale la formazione californiana sembra esprimersi al meglio. Steven Brown, ora al clarinetto, ora al piano e voce, non sembra aver perso l’energia dei vecchi tempi ed accenna timidamente frasi in italiano. L’intesa sul palco è perfetta tanto da creare momenti di intenso lirismo soprattutto nella suggestiva “Time to loose”, in cui il visual performer Geduldig comincia a mimare con grande maestria. Seguono “Muchos colores”, in cui la chitarra e l’armonica ricordano le atmosfere morriconiane, “A home away” e “Big Olve”, quest’ultima cantata in greco, e il finale affidato alle bellissima “Atlantics” e “What the use”. Acclamati a gran voce dal pubblico delirante, i Tuxedomoon ritornano sul palco per eseguire “This beast”, “Some guys” e nell’ ipnotica “Volo vivace” tratto dall’album d’esordio “Half mute”. Una standing ovation saluta il quintetto che ripaga emozionato con un inchino l’amato pubblico barese.
Claudia Mastrorilli

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