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sabato 17 novembre 2007

Ballet Preljocaj: esplosione, esaltazione, sospensione, vibrazione. Danzando sulla musica di Vivaldi


Al teatro Piccinni di Bari, per la Nuova Produzione e Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, è andato in scena il 14 novembre, la perfomance di danza “Les 4 Saison...” del Ballet Preljocaj. Coreografia di Angelin Preljocaj, “Caosgrafia” di Fabrice Hyber, Musica di Antonio Vivaldi. Interpreti: Isabelle Arnaud, Gaelle Chappaz, Natacha Grimaud, Emma Gustafsson, Ayo Jackson, Cèline Mariè, Sergio Diaz, Sèbastien Durand, Alexandre Galopin, Yan Giraldou, Bruno Pèrè.“Le quattro stagioni” è il titolo dei quattro concerti grossi per violino composti nel 1723 da Antonio Vivaldi (Op. 8, No 1-4). Il potere di questa musica è quella di sentirla anche senza ascoltarla, la si sente e basta. Non per la concettualità del titolo ma forse perché è talmente conosciuta che le note si manifestano a noi ed al nostro udito anche senza ascoltarlo veramente! E' un mistero, è arte, è anche un po' follia! Questa composizione musicale così famosa riesce ad essere un pretesto straordinario per creare dei movimenti liberi e fluttuanti in cui il corpo svela una struttura organizzata e disorganizzata su quattro criteri: esplosione, esaltazione, sospensione, vibrazione. Si parte da un segmento coreografico, certo si parte, poi ci si perde, delicatamente, ovunque, con piacevolissime intrusioni ed ingerenze “caosgrafiche”. Il Ballet Preljocaj nasce alla fine del 1984 grazie al coreografo franco albanese Angelin Preljocaj che attualmente vive e lavora a Aix-en-Provence. La sua compagnia dal 1989 è Centre Chorégraphique National, con 24 ballerini e più di cento rappresentazioni ogni anno. In Francia esistono 19 di questi Centri, nati con lo scopo di produrre e divulgare la danza, la formazione e la ricerca artistica. Lo spettacolo “Les 4 saison....” è stato creato nel 2005, si tratta di una coreografia della durata di un'ora è mezza circa, per 12 ballerini, sulla musica di Vivaldi, nell'interpretazione del violinista Giuliano Carmignola e della “Venice Baroque Orchestra” diretta dal maestro Andrea Marcon.In scena alcuni oggetti e caos (bello!) sospesi per aria, girano e girano (danzano), rievocano immediatamente la peculiarità della performance. Corpi oscuri in scena, in silenzio la vestizione, poi la meteorologia si rivela ed esplode con tutta la sua forza. Sole, vento, pioggia, temporale, ma “cosa può fare il corpo”? E questa' la domanda simbolica che si rende ovvia al pubblico, con colori vivacissimi, oggetti amplificati, travestimenti anche vicini ad un disegno mentale che riporta all'infanzia, alla fuga dalla realtà, si gioca con corde, collane, cellophane, ed altro.I materiali ed i colori danzano con i ballerini. Le suggestioni sensuali o risibili si muovono con altrettanta essenzialità. Ma allora perché questa musica? Ed ecco che si danza anche nel silenzio assoluto, si evidenzia il fenomeno di purezza e l'incanto si manifesta efficacemente. La musica di Vivaldi collabora, partecipa concettualmente alla performance, rischiando perfino di autotrascurarsi davanti alle immagini di 'si tanta bravura oggettiva e più che creativa. Straordinari i danzatori, non corpi uguali ma veri caratteri distinti nel carisma in scena, e poi la visione della ballerina in stato di gravidanza ha dato un perfetto senso di leggerezza fragile ma soave alle coreografie che ha interpretato.
Deborah Brivitello

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