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mercoledì 21 novembre 2007

Al via le riprese del film “Il passato è una terra straniera” tratto dal best seller di Gianrico Carofiglio.


Si è tenuta la mattina del 20 novembre la conferenza stampa di presentazione del film che si sta girando a Bari in questi giorni dal titolo “Il passato è una terra straniera” tratto dall'omonimo libro di Gianrico Carofiglio. Giunti tutti nel cuore della città vecchia, presso il ristorante “Le travi” gremito fino all'incastro, i protagonisti del progetto hanno generosamente parlato del film, prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci e dalla R&C di Tilde Corsi e Gianni Romoli, in collaborazione con l'Apulia Film Commission guidata da Oscar Iarussi.Presenti quindi oltre ai produttori Tilde Corsi e Domenico Procacci, anche Oscar Iarussi, il regista Daniele Vicari e l'autore Gianrico Carofiglio che con il fratello Francesco ha collaborato alla sceneggiatura. Presenti anche alcuni degli interpreti del film: il 27enne pluripremiato Elio Germano, il tarantino Michele Riondino, e poi Chiara Caselli, Valentina Lodovini e Romina Jr Carrisi. A dare il benvenuto al notevole gruppo di lavoro, c'erano l'Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia la Dott.sa Silvia Godelli e l'Assessore alle Culture del Comune di Bari il Dottor Nicola Laforgia che ha augurato a tutti “buon lavoro e buona permanenza a Bari”.Sembra che si sia sottovalutata l'affluenza della conferenza in quanto la saletta era troppo piccola per contenere un così gran numero di operatori della stampa! Gli interventi dei protagonisti sono stati perfettamente esaurienti ed assennati, si è parlato dell'attività di sceneggiatori dei Carofiglio's Brothers, della bravura del regista, dell'indiscutibile talento di Elio Germano, arrivato in ritardo - si è fatto perdonare con qualcuno dei suoi sorrisi sottolineati da una deliziosa barba incolta rossiccia. Tutto il cast ha parlato del proprio personaggio, del modo di avvicinarsi a ciascun ruolo. Tangibile la presenza della “Produzione”, in carne ed ossa, quella che ha investito in Puglia dei capitali veri, con la professionalità (speranzosa) di farli fruttare. Questa mattina alla conferenza era presente un grande Domenico Procacci, ironico e fiducioso (molto fiducioso), e Tilde Corsi.Una domanda alla produzione quindi è d'obbligo: “Quest'abitudine di trarre film da libri di successo, pensate di continuare ad investire, oppure pensate che il fenomeno si possa inflazionar in quanto è diventata una specie di tendenza del momento?” Procacci risponde: “Ci sono delle storie che meritano, che sono già delle storie da immagini, quindi da trasformare in film.” Interviene anche Tilde Corsi che dice:”Perchè non attingere da queste storie quando ci sono, ci si deve mettere in gioco, senz'altro è una cosa proficua per il nostro cinema”.Il regista Daniele Vicari interviene dicendo: “Effettivamente la letteratura italiana contemporanea è andata a ficcare il naso in alcuni posti ed in alcune situazioni sociali che prima non erano mai stati raccontati dal cinema, alcuni personaggi e luoghi cominciano ad avere una loro esistenza, una loro forza popolare grazie al fatto che questi scrittori vanno a raccontare le pieghe della nostra società che altrimenti non sarebbero facilmente conosciuti. Il cinema non sempre è in grado di fare ciò, quindi è positivo che i registi si mettano in gioco e vadano a cercare storie di questo tipo”.Alla fine della conferenza, dopo esserci disincastrati dallo spazio angusto e affollato, l'incontro è continuato fuori dal ristorante, tra i vicoli della città vecchia! C'è tempo per una breve chiacchierata con alcuni dei protagonisti, per cui incontrare il regista Daniele Vicari è d'obbligo, visto l'interesse che ha suscitato la sua professionalità e la capacità di parlarne, con il talento del vero “narratore”: ha la sobrietà di farsi ascoltare piacevolmente. Domanda: “Oltre al Daniele Vicari regista,... si parla molto della tua attività di documentarista, pensi di poter fondere le due cose in questo o in un altro film?”Risposta: “Cerco di tenere sempre separate le due cose, preferisco così, mi piace molto girare documentari, ma quando faccio un film cerco sempre di non mischiare le situazioni. Poi, per quanto riguarda questo lavoro, devo dire che mi sembra molto legato alla mia filmografia per la storia dei due amici intendo, effettivamente non è una cosa piovuta dal cielo. Poi a me piace molto lavorare con un certo tipo di attori di qualità, molti di loro si sono formati professionalmente anche in teatro, quindi ho un'interesse per un certo tipo di recitazione vera e professionale, non prenderei mai gli attori “dalla strada” per es. quelli che devono recitare se stessi,.... non ci credo!”D: “Temi il rischio che questo lavoro possa essere scambiato per uno dei tanti film del filone “giovanilistico” che tanto successo commerciale sta ottenendo in Italia, in questi ultimi anni?”R: Questo non è un film “giovanilistico”, si è vero c'è la storia di un gruppo di giovani, ma l'ambiente che questi ragazzi frequenta è un ambiente adulto, addirittura vecchio, vetusto, non c'è la storia d'amore che travolge i cuori, è una storia dura questa. Poi non so come sarà pubblicizzato all'uscita, quelli sono problemi che non riguardano me, non m'interessa, ma non ci saranno quel tipo di furbizie da parte mia, comunque non credo sarà presentato in quel modo, sarebbe molto difficile con le atmosfere che ci sono, non si può prendere in giro il pubblico.Un velocissimo saluto anche ad Elio Germano, decisamente disponibile a parlare della sua professione, infatti la domanda.........D: “Nel tuo curriculum c'è tanto teatro, ma prima hai frequentato una scuola interessante, quella di “Teatro Azione” a Roma, la stessa che hanno frequentato alcuni nomi come Maya Sansa, Nicolas Vaporidis e la Crescentini, com'è avvenuto il tuo percorso professionale?”R: Ho deciso di fare una scuola perchè ho deciso di fare questo lavoro seriamente, come professione, non mi è capitato per caso questo mestiere, l'ho deciso io. Poi quando sono uscito dalla scuola ho cominciato a cercare lavoro, e l'ho trovato nel teatro, poi ho fatto anche pubblicità e televisione, un percorso che fanno tanti attori, il percorso solito di chi fa questo mestiere, sicuramente c'è sempre stata l'aspirazione al buon cinema o al buon teatro, ma nel percorso prima bisogna passare anche da altre tante esperienze tipo pubblicità, televisione, fiction.D: “E il Teatro?”R: Mi piacerebbe ritornare al teatro, ma c'è un problema produttivo, ed anche di tempi, uno spettacolo ha bisogno di essere piazzato in tantissimi posti, quindi di fare tourneè molto lunghe, in questo momento non posso e non voglio farlo, penso che si possa avere tempo di prendersi dei momenti per fare degli spettacoli teatrali, mentre il cinema è una cosa meno indipendente dalla propria volontà, deriva da una serie di casi fortuiti di produzione, di gente con tanti soldi che decide di fare un film, preferisco finchè dura fare tanto cinema e poi quando vorrò prendermi un momento di pausa magari tornerò al teatro.
Deborah Brivitello

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