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sabato 10 novembre 2007

La magica alchimia sonora di Robin Guthrie alla XXII edizione del Time Zones


Teatro Di Cagno - Bari 9 novembre 2007- La scena musicale early 80’s, quasi orfana del punk, si affaccia timidamente a un fluido ed ardente movimento nel quale nuove prepotenti correnti espressive, provenienti soprattutto dall’Inghilterra, permearono di rinnovato vigore la scena musicale. Dalle tenebre del dark-rock caratterizzato da linee depresse e suoni claustrofobici, nasce il cosiddetto dream-pop, genere teso alla fusione di sperimentazioni post - punk e linee melodiche, di cui sicuramente Robin Guthrie, insieme all’inimitabile voce di Elizabeth Frazer (di cui si è detto “se Dio avesse una voce, sarebbe la sua) e al basso e alla batteria di Simon Raymonde (che sostituì Will Heggie), è stato il precursore fondatore con il progetto Cocteau Twins.Il trio scozzese, divenne ben presto uno dei maggiori gruppi di culto dell’underground britannico degli Anni ’80. Grazie al loro sound ipnotico e visionario, diedero vita ad album memorabili come “Garlands”, “Head Over Heels”, ”Lullabies”,” Peppermint pig”, “Victorialand ” e “Treasure”. Le sonorità rarefatte della formazione scozzese, caratterizzata da suoni eterei ed onirici ricreati dai morbidi arpeggi della chitarra di Guthrie sui quali magistralmente si poggiava la cristallina voce di Elizabeth Frazer (grande fan di Siouxie), crearono un sound ben presto emulato da molte formazioni dell’epoca, dando così linfa vitale alle produzioni discografiche della mitica 4AD Records, etichetta discografica indipendente britannica fondata nel 1979 da Ivo Watts-Russel e Peter Kent .In molti ne hanno emulato lo stile (Felt, Gun Club, Ian McCulloch, e Lush), ma la tecnica ed il tocco di Robin Guthrie rimangono unici e inimitabili. Ad aprire la ventiduesima edizione del festival Time Zones, con la direzione artistica di Gianluigi Trevisi, è toccato proprio al quarantacinquenne chitarrista e polistrumentista scozzese, in una location alquanto insolita: il Teatro Di Cagno. Purtroppo, per cause indipendenti dalla volontà degli organizzatori, la performance del newyorkese William Basinsky, guru dei loops e delle contaminazioni elettroniche, è stata annullata.Robin Guthrie, da sempre avvezzo alle sperimentazioni musicali più estreme, successivamente allo scioglimento dei Cocteau Twins, ha fondato negli Anni’ 90, insieme all’amico Raymonde, l’etichetta discografica “Bella Union”, con l’intento di promuovere artisti in sintonia con i loro percorsi artistici. Collaboratore di musicisti del calibro di Harold Budd , ha poi inciso due album, molto ben apprezzati dalla critica, con la cantante Siobhan de Marè .Il polistrumentista scozzese, successivamente ha proseguito la sua ricerca sonora spingendosi verso i raffinati ambiti delle soundracks strumentali e landscapes elettronici, pubblicando due album solisti “Imperial” e lo scorso anno “Continental” . A Time Zones Guthrie ha presentato ieri al pubblico accorso numerosissimo ad ascoltarlo, un progetto speciale dal titolo “Lumiere 2007” .Lo spettacolo si basa sulla sonorizzazione di un film d’animazione; una sorta di combinazione di immagini sonore dove si succedono sovrapponendosi ed intersecandosi ora figure geometriche ora fasci di luce o ancora fotografie satellitari, fiamme che bruciano negativi e fotogrammi del passato.Robin Guthrie sale sul palco intorno alle 21, in total black look, circondato solo dal suo prezioso computer e dai suoi effetti, impugnando la sua affezionatissima chitarra Fender.L’emozione tra il pubblico è tanta, e i magici arpeggi di Guthrie sembrano subito portarci indietro nel tempo di vent’anni . Echi e riverberi risuonano nel teatro, a tratti sembra quasi che la chitarra lasci spazio alla voce di Frazer, rievocando le magiche atmosfere dei Cocteau Twins di “ Victorialand” . Pulsioni sonore, suoni rarefatti e mai invadenti, morbide ritmiche quasi ad accennare allo scorrere del tempo. Il live prosegue fluido nel suo incedere onirico, in una sorte di suite elettronica e timidi accenni wave, Guthrie sorride agli applausi del pubblico nostalgico e, acclamato a gran voce si ripropone in un bis, soddisfatto e contento della sua performance.
Claudia Mastrorilli

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