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mercoledì 23 dicembre 2009

Capodogli morti: presentata querela alla Procura della Repubblica.

Nei giorni scorsi, l’Italia intera è rimasta scossa dalla notizia dei sette capodogli spiaggiati sul litorale di Foce Varano in provincia di Foggia.
Il timore del sottoscritto componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, e di gran parte degli italiani è che tale vicenda non sia stata casuale, ma, invece, sia stato frutto di uno sconsiderato sfruttamento delle risorse marine effettuato da soggetti senza scrupoli, che compiono ricerche di depositi di gas e petrolio, o da un altrettanto sconsiderato modo di gestire i traffici marini, civili o militari.
L’evento ha posto l’attenzione anche sulle possibili cause della tragica fine dei cetacei che come è noto seppur mastodontici hanno organi particolarmente sensibili, che vengono disorientati, danneggiati o distrutti dalle alte frequenze o dai forti rumori provocati dalle strumentazioni utilizzate dall’uomo.
E’ scientificamente provato, infatti, che l’utilizzo di questi dispositivi di localizzazione può provocare, in alcune specie, in particolare nei cetacei, oltre al già grave effetto di mascheramento, anomalie nel comportamento, perdita temporanea o permanente dell’udito, lesioni gravi e, in alcuni casi, persino la morte.
Tale possibile causa oltre ad aver allarmato il sottoscritto lo ha spinto a denunciare pubblicamente l’offesa che continuamente subiamo al bene primario della salute in conseguenza del rischio di disastro ambientale che si sta perpetrando.
E’ notorio, infatti, che in questo periodo nel mare Adriatico sono in corso ricerche tese ad individuare possibili giacimenti di gas o di petrolio; il metodo utilizzato per individuare gli eventuali giacimenti consiste nella scansione dell’intera zona prescelta mediante dei dispositivi detti “airguns” (cannoni d’aria) che, trainati da apposite navi, emettono suoni per via dell’introduzione nella colonna d’acqua di aria ad altissimi livelli di pressione: l’eco di questi suoni, riflessa dal fondale, rivela presenza, profondità e tipologia del giacimento.
E’ possibile che proprio queste ricerche abbiano provocato il fenomeno insolito dello spiaggiamento dei mansueti giganti del mare; se così fosse, sarebbe gravissimo pensare che per compiere ricerche finalizzate allo sfruttamento di energie non rinnovabili si distrugge non solo l’ambiente marino, ma in quanto corollario dell’ecosistema, si attenta alla salute dei cittadini con evidenti ricadute negative sull’economia del paese.
Per quanto suddetto anche in applicazione del principio di precauzione di cui all’art. 174, paragrafo 2, del Trattato CE, in caso di pericoli, anche solo potenziali, per la salute umana e per l’ambiente, deve essere assicurato un alto livello di protezione (art. 301 D.Lgs. 152/06), lo scrivente ha deciso di sporgere denuncia – querela contro ignoti, informando al contempo la Procura della Repubblica che sarà individuata per competenza, dei danni a cui è esposta la salute di migliaia di bagnanti e l’ecosistema più importante del mar Mediterraneo indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. N. 92/43/CEE), Area Marina Protetta denominata “Regno di Nettuno” codice IT 8030010.
Tali fatti, secondo Giovanni D’AGATA, appaiono, senza ombra di dubbio alcuno, lesivi della salute di tutti cittadini, ponendosi come un vero e proprio attacco ingiustificato e indiscriminato alla persona.
Di seguito la querela.

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI LECCE
Atto di denuncia-querela

Io sottoscritto Giovanni D’Agata, nato a Lecce il 21.08.1956 ed ivi residente alla via Belluno n° 11, (C.F.: DGTGNN56M21E506H), in qualità di componente nazionale del dipartimento tematico “Tutela del consumatore” del partito politico Italia Dei Valori,
espongo quanto segue.
Nei giorni scorsi sono stato colpito dalla notizia di sette capodogli spiaggiati sul litorale della Foce Varano, tra Cagnano Varano e Ischitella in provincia di Foggia.
I cetacei, stretti in uno specchio d’acqua poco profondo, sono morti asfissiati per lo schiacciamento del diaframma.
Il mio timore è che tale vicenda non sia stata casuale, ma, invece, sia frutto di uno sconsiderato sfruttamento delle risorse marine effettuato da soggetti senza scrupoli, che compiono ricerche di depositi di gas e petrolio, o da un altrettanto sconsiderato modo di gestire i traffici marini, civili o militari.
Occorre precisare che questi animali, benché mastodontici, hanno organi particolarmente sensibili, che vengono disorientati, danneggiati o distrutti dalle alte frequenze o dai forti rumori provocati dalle strumentazioni utilizzate dall’uomo.
E’ scientificamente provato che l’utilizzo di questi dispositivi di localizzazione può provocare, in alcune specie, in particolare nei cetacei, oltre al già grave effetto di mascheramento, anomalie nel comportamento, perdita temporanea o permanente dell’udito, lesioni gravi e, in alcuni casi, persino la morte.
Ciò che sta accadendo mi inorridisce e mi allarma, ma in ossequio al ruolo politico che svolgo e alla delega ricevuta da migliaia di cittadini denuncio pubblicamente l’offesa che io insieme a tutti i cittadini continuamente subiamo al bene primario della salute in conseguenza del disastro ambientale che si sta perpetrando.


E’ notorio che in questo periodo nel mare Adriatico sono in corso ricerche tese ad individuare possibili giacimenti di gas o di petrolio; il metodo utilizzato per individuare gli eventuali giacimenti consiste nella scansione dell’intera zona prescelta mediante dei dispositivi detti “airguns” (cannoni d’aria) che, trainati da apposite navi, emettono suoni per via dell’introduzione nella colonna d’acqua di aria ad altissimi livelli di pressione: l’eco di questi suoni, riflessa dal fondale, rivela presenza, profondità e tipologia del giacimento.
E’ possibile che proprio queste ricerche abbiano provocato il fenomeno insolito dello spiaggiamento di ben sette capodogli; se così fosse, sarebbe gravissimo pensare che per compiere ricerche finalizzate allo sfruttamento di energie non rinnovabili si distrugge non solo l’ambiente marino, ma in quanto corollario dell’ecosistema si attenta alla salute dei cittadini con evidenti ricadute negative sull’economia del paese.
Per quanto sopra esposto, in applicazione anche del principio di precauzione di cui all’art. 174, paragrafo 2, del Trattato CE, in caso di pericoli, anche solo potenziali, per la salute umana e per l’ambiente, deve essere assicurato un alto livello di protezione (art. 301 D.Lgs. 152/06). Informo, pertanto, la S.V. in indirizzo dei danni a cui è esposta la salute di migliaia di bagnanti e l’ecosistema più importante del mar Mediterraneo indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. N. 92/43/CEE), Area Marina Protetta denominata “Regno di Nettuno” codice IT 8030010.
Questi sono stati i fatti che oggi mi inducono a fare denuncia-querela contro ignoti.
Tali fatti appaiono, senza ombra di dubbio alcuno, lesivi della mia salute, della salute di tutti cittadini, ponendosi come un vero e proprio attacco ingiustificato e indiscriminato alla persona.
Per tutto quanto suesposto, con espressa riserva di più compiutamente precisare, dedurre, specificare,
chiedo


che l’autorità compia le indagini per l’accertamento dei fatti sopra descritti e manifesto la volontà che si proceda nei confronti di ignoti, per i reati di danno
ambientale e di ogni altro che la S.V. ill.ma vorrà ravvisare nei comportamenti su delineati, chiedendo la giusta punizione del colpevole e di essere informato in caso di archiviazione ed in caso di proroga delle indagini preliminari. Mi riservo la costituzione di parte civile. Chiedo altresì gli avvisi di cui agli artt. 406 e 408 c.p.p. e
nomino
quale mio difensore di fiducia l’Avv. Alberto Russi del Foro di Lecce con studio in Lecce (Studio Legale DGMV & associati) in Via G. D’Annunzio n. 37, presso il quale eleggo domicilio ai fini del presente procedimento. Allo scopo conferisco al prefato Patrocinatore ogni facoltà e potere necessario all’attività difensiva, compreso quello di rappresentarmi, proporre istanze, anche di rito abbreviato, di dissequestro, richiedere patteggiamenti e oblazioni, proporre, in mio nome, vece e conto, impugnazioni, anche per Appello, redigere i relativi motivi, proporre opposizioni, eccezioni, depositare memorie e istanze, anche in sede di esecuzione, prendere visione, richiedere e ritirare atti, autorizzandolo, in definitiva, a svolgere ogni attività che dovesse rilevarsi indispensabile per la Difesa dei miei interessi.
Con osservanza.
Lecce, 23 Dicembre 2009
Giovanni D’Agata

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