Un foyer del Teatro Petruzzelli gremito, ieri pomeriggio, per la presentazione del libro di Antonio Cantoro “Il teatro degli imbrogli” edizione Nuova Stampa.
Oltre all’autore, presenti il presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, il presidente della Fondazione lirico-sinfonica del Petruzzelli, nonché sindaco di Bari, Michele Emiliano.
Chi si apprestava ed era intervenuto per assistere ad una serata cordiale, si è trovata a partecipare ad una udienza tecnico-giuridica, dove i protagonisti erano Schittulli ed Emiliano, che a suon di botte e risposte , chiamandosi affabilmente “Michele”, “Francesco” se la sono detta di “santa ragione”.
Un incontro-scontro, dove l’autore Cantoro, assumeva un ruolo marginale e il moderatore Raffaele Lorusso, con domande ad hoc, stuzzicava i due interlocutori.
Per dovere di cronaca vi proponiamo un abstract del libro di Antonio Cantoro, che si occupa di una vicenda barese, ma anche un po’ italiana non ancora conclusa.
Il soggetto principale de “Il teatro degli imbrogli” non è altro che il teatro Petruzzelli di Bari, dove Cantoro racconta i 18 anni di intrighi, retroscena ed inchieste e la sua ricostruzione dopo l’incendio che lo distrusse il 27 ottobre del 1991. Per Cantoro tutti gli attori recitano una commedia degli equivoci, dove c’è sempre un non-detto, un fine nascosto di cui nessuno sembra o non ha voglia di accorgersene.
Così dopo tanti anni di inchieste, sentenze e processi ancora oggi non si sa chi è il mandante.
Ancora oggi c’è un impunito.
La domanda che ha dato il via alle danze è stata : “Ma la costruzione del teatro è di destra, di sinistra o bipartisan?”
Inizia Emiliano che sembra compiaciuto nel vedere per la prima volta, volti del centrodestra che fino ad allora avevano disertato il politeama.
“I meriti non è giusto affibbiarli ad personam o a quote politiche, perché faremo sorridere o far arrabbiare qualcuno - principia il sindaco - Quando si raggiunge un risultato di devono osservare tutti gli antecedenti ed i susseguenti. La ricostruzione è una procedura complessa che è iniziata il giorno dopo l’incendio e conclusasi solo poco tempo fa, il 6 dicembre del 2008”.
Si alza Schittulli che con fare accigliato dice che parlerà “privo di qualsiasi velo di ipocrisia”. Mostrando un plico di carte dichiara “Ieri sera mi sono state recapitate queste miriade di documenti giudiziali a dimostrazione che la procedura non si è per niente conclusa. Anzi ci saranno strascichi giudiziali, dove la Provincia è chiamata in causa il 13 gennaio 2010 ed il 21 marzo 2010.
Per quanto riguarda l’apertura del Petruzzelli – continua Schittulli – tutti hanno dato una spinta ma anche una spinta contromano, perché non si spiegherebbe la durata di 18 anni per la sua ricostruzione e tutto questo indipendentemente dal colore politico. Dopo l’incendio del Petruzzelli, sono stati incendiati altri due teatri, la Fenice di Venezia e il Liceu di Barcellona, che sono stati subito ricostruiti e sono funzionanti da anni”.
Cantoro perché questo titolo “il teatro degli imbrogli?
“Ho provato a raccontare senza avere la pretesa di dare un giudizio un fatto che ci riguarda. Con gli occhi di osservatore e di cronista ancora oggi non si riesce a trovare un punto di definizione e di incontro. Il teatro riassume che in molti hanno dato un contributo ma poi è sempre mancato quel quid che poteva riuscire a chiudere il cerchio.
Iniziato con l’appoggio di Prodi che fa un esproprio, ma con un mezzo sbagliato ed è proseguito con il Governo attuale che ha sempre bypassato il problema.
Cosa succederebbe se un magistrato volesse chiudere o sequestrare l’immobile, oltre al danno si aggiungerebbe la beffa”.
D.: Guardando la successione amministrativa nel tempo che idea vi siete fatti?
Emiliano : Questo è l’argomento più complicato perché coinvolge colui che rappresenta il Comune pro tempore , un ruolo giuridicamente importante quando parla. L’Amministrazione Comunale è direttamente coinvolta già dal 1896, quando cedette gratuitamente in uso un’area ad Antonio Petruzzelli per la costruzione del teatro di cui sarebbe stato proprietario. Un atto giuridico molto approssimativo che è alla base degli equivoci e che ci ha portato a tutto questo.
Il sindaco ha una funzione servente – incalza Emiliano - deve seguire le sentenze ed i pareri legali degli uffici dell’avvocatura, anche se non si è pienamente d’accordo. Se Prodi non fosse intervenuto dichiarando lo “stato di emergenza” non avremmo mai costruito il teatro. Ciò che è stato dichiarato discutibile è stato la chiave di volta ed io come funzione di servente ho l’obbligo di custodire e far funzionare il teatro”.
Schittulli : In quel protocollo di 107 anni fa, c’era la clausola “del crollo”. Ma il teatro non è crollato. Nel 2002 il tavolo tecnico delle concertazioni si dissolve per dare inizio a delle trattative riservate.
Per la ricostruzione che doveva costare 60 miliardi di lire, sono state spesi 50 milioni di euro e ad oggi risultano 13 milioni di euro in più per “ migliorie” che sono senza copertura. Chi dovrà pagarle?
Dovremo parlare con tutte le parti in causa per non appesantire le tasche dell’amministrazione e per eliminare questa situazione debitoria”.
“ Tu Michele - preme Schittulli – come Presidente della Fondazione puoi chiedere di sentire il Governo ed assieme cercare di trovare un punto di incontro. Cerchiamo di depoliticizzare la cultura e abbiamo il dovere, da me per primo, di riacquistare il “Buon Senso””.
“Francesco – pressa Emiliano – non credi che se io avevo un buon rapporto con il Governo attuale, non lo avrei fatto? Non credi che se avevo un buon rapporto con Bondi, il teatro non lo avremmo inaugurato un anno fa?”.
Un problema che ancora dopo 18 anni sembra irrisolto ed irrisolvibile.
Con questo clima molti giornalisti o scrittori potranno scrivere libri e libri, tanto le parole non costano.
Anna deMarzo
