Dal 7 marzo al 7 aprile in esposizione la collettiva “Incontro d’arte tra donne, creatività e libertà d’immagine”

Dal 7 marzo al 7 aprile 2008 a Battipaglia, presso “La Fabbrica dei Sapori…” – antica fabbrica conserviera recentemente restaurata e trasformata in centro polifunzionale, cuore, laboratorio e sede di degustazione dei marchi Ciripizza e Pizzia, strutturato con spazi dedicati alla valorizzazione e all’utilizzo dei prodotti tipici – si terrà la mostra collettiva di arte contemporanea dal titolo “Incontro d’arte tra donne, creatività e libertà d'immagine…”.
Esporranno le proprie opere Raffaella Agosto, Maria Rosaria Botta, Gabriella Granito, Gisella Landi, Paola Rago e Tavani.
La collettiva aprirà ufficialmente i battenti venerdì 7 marzo, alle ore 19.00, con la presentazione del professore Rosario Pinto, docente di storia della pittura napoletana e membro dell’organismo nazionale conservatori dei beni culturali.
La mostra nasce dal desiderio di Paola Rago di riunire delle “donne” artiste – che hanno suscitato la sua stima e la sua ammirazione – e di esporre insieme a loro su un tema comune. Alla realizzazione di questo desiderio ha contribuito in maniera rilevante anche l’incontro con il professore Rosario Pinto, che da anni si occupa di arte al femminile e da sempre è sensibile al problema del mancato riconoscimento del giusto valore delle donne impegnate in campo artistico.
Il tema della collettiva, comprendente 36 opere di cui sei inedite (un’opera inedita per ognuna delle sei artiste), è proprio “l’incontro d’arte tra donne”. Come sottolinea Paola Rago “nella mostra la donna non è l’oggetto dell’arte bensì il suo soggetto, in quanto autrice dei dipinti”.
Il filo conduttore che accomuna queste sei giovani artiste è l’amore, unito alla passione per l’arte. Le opere in mostra presentano tutte quelle peculiarità, acquisite attraverso personali percorsi di ricerca, sperimentazione e crescita interiore, che le contraddistinguono in maniera inconfondibile.
Per Raffaella Agosto “l’arte è poesia, rapimento, bellezza e un emozionante senso di slancio, rispetto alla misera e talvolta deludente condizione umana che tanto si affanna a cogliere i mirabili frutti di un’intera vita, sorvolando talora sulla vera espressione di essa”.
L’arte di Maria Rosaria Botta, autodidatta, con apprendimenti tecnico-artistici scaturiti da una ricerca continua e personale, segue un percorso di individualismo puro.
Nei dipinti di Gabriella Granito predomina la raffigurazione del corpo umano nella sua dimensione spaziale e nella sua collocazione rispetto alla prospettiva della luce. I ritratti dell’artista sono lo specchio di un’anima che è espressione della tragicità del nostro tempo, sottolineata e resa evidente dalle forti tonalità del rosso, sempre presenti nei suoi quadri.
Il tema ricorrente dei dipinti di Gisella Landi, invece, è rappresentato dagli uccelli, un modo, forse, per esorcizzare l’avversione dell’artista nei confronti di questi volatili, che pur tuttavia l’affascinano per i loro colori e per il loro volteggiare. La sua ricerca è in continua evoluzione: nuovi spazi e nuove forme espressive sono il punto di partenza per la realizzazione di sculture in ceramica con tecniche che spaziano fra il raku, la maiolica e le terrecotte.
La pittura di Paola Rago, che da qualche anno collabora con “Esasperatismo Logos & Bidone” di Napoli – un movimento artistico culturale che nascendo dalla constatazione del vivere precario ed esacerbato dalle contraddizioni di oggi anela ad una maggiore attenzione e riguardo per la vita – appartiene alla corrente del grande sentiero Informale. Istintiva, di getto, racconta la passione e il tormento del suo animo.
L’artista Tavani, dopo aver attraversato un lungo periodo figurativo in cui il tema predominante era la Donna, è impegnata da oltre dieci anni nella ricerca pittorica nell’astratto e in particolare nell’Informale. Le sue opere esprimono il profondo desiderio di vedere e percepire la trasformazione, il mutamento fisico e interiore del mondo che ci circonda. “La mia arte – afferma l’artista – consiste nel cercare di andare oltre l’apparenza dell’essere, nell’invisibile, in quell’invisibile che apparendo si attua e nel contempo si nega perché tutto è già andato oltre in un processo infinito”.