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sabato 26 settembre 2009

Tassa di proprietà:una proposta per abolirla

La nostra Costituzione prevede che tutti i cittadini paghino le tasse, concorrendo alla spesa pubblica, in ragione della capacità contributiva di ciascuno.
Tutta la normativa ed i principi generali hanno indirizzato l’azione degli Enti, dallo Stato ai Comuni, che devono curare il pagamento della tasse, nel senso di un sempre maggiore favore verso il contribuente: le tasse devono essere giuste, il loro pagamento deve essere agevole anche sotto il profilo delle procedure, in poche parole il pagamento delle tasse deve esser quanto più possibile sentito dal cittadino come un dovere civico e di solidarietà, e non come una condanna o una tortura.
In realtà, molto spesso di troviamo dinanzi a situazioni diametralmente opposte, e perciò illegittime, in cui l’esazione dei tributi è operata in maniera farraginosa, complicata, tale da indurre facilmente il contribuente in errore, o da fargli dimenticare le scadenze, con conseguenti sanzioni.
Una di queste tasse, in particolare, è la tassa di possesso dell’automobile, un tributo che in Italia ancora resiste ma che in molti altri Paesi civili è stato abolito senza che i rispettivi governi abbiano perso un centesimo.
E’ UN TRIBUTO INIQUO, perché colpisce indiscriminatamente tutti i possessori di automobili, in base alla cilindrata ed indipendentemente dal loro effettivo valore (un’auto nuova fiammante paga lo stesso tributo di un vecchio catorcio, anche se la capacità economica di un proprietario non è la stessa dell’altro); E’ INIQUO perché viene pagato in egual misura sia da chi con un tipo di auto percorre centinaia di migliaia di chilometri l’anno che da chi ne percorre poche centinaia.
E’ FACILE DIMENTICARSENE, perché cade una volta l’anno ed in periodi diversi, a seconda dell’immatricolazione dell’auto, con conseguente rischio di ritardi nei pagamenti e quindi mora.
E’ ONEROSO per i contribuenti conservare le ricevute, che a volte vengono richieste anche a distanza di anni.
TUTTO CIO’, per un tributo che ben potrebbe essere sostituito con un piccolo incremento sul prezzo della benzina, il che consentirebbe di raggiungere una vera equità fiscale (ciascuno pagherebbe in proporzione con la quantità di carburante consumato) senza nessun problema burocratico di scadenze, calcoli, pagamenti e ricevute.
Il Componente del Dipartimento nazionale Tutela del Consumatore dell’ITALIA DEI VALORI, GIOVANNI D’AGATA, propone pertanto che, a partire dalla REGIONE PUGLIA, il tributo costituito dalla tassa di possesso delle automobili sia abolito, e sostituito da un piccolo incremento del prezzo della benzina, e propone che tale modifica sia inserita dai candidati Presidenti e dalle loro coalizioni nel programma elettorale per le prossime elezioni regionali.

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