La U.I.L.S. richiama l’attenzione delle Istituzioni e dell’Opinione Pubblica sullo stato di pericolosità che da molto tempo sta soffocando le piccole imprese e i comuni cittadini che sono vittime inermi, impossibilitate a difendersi da questa sciagurata situazione di crisi che nonostante il proclamato ottimismo continua a produrre danni insostenibili alla economia reale. Invitiamo per primo il Governo a prendere atto realisticamente della situazione ed emanare con estrema urgenza provvedimenti che blocchino i pignoramenti e sospendano la vendita dei beni pignorati, perché il momento é molto delicato e le piccole imprese più degli altri si trovano in stato di forte sofferenza e non trovano soluzioni per poter fare fronte ai propri impegni soprattutto con gli istituti di credito. In effetti il futuro per le piccole imprese è molto incerto a causa della pesantezza della loro situazione finanziaria ed i debiti che non riescono più a pagare. Per questi motivi chiediamo che il Governo intervenga con urgenza ed in modo esauriente per intervenire in soccorso alle piccole imprese ed in particolare all’artigianato ed alla cooperazione che sono tutelati dall’articolo 45 della nostra Carta Costituzionale. Al Sindacato chiediamo di essere più obbiettivo e di non considerare gli imprenditori come padroni sfruttatori, ma piuttosto si attivino affinché le imprese possono essere messe in condizione di avere il loro giusto profitto riconoscendo allo stesso tempo ai lavoratori il giusto trattamento economico per le prestazioni ricevute; perché se le imprese, e soprattutto le più piccole, non guadagnano non possono garantire il lavoro e quindi il salario ai lavoratori. Anche gli organi di comunicazione di massa non si rendono conto della realtà nella quale stiamo vivendo ed in questi giorni ne hanno dato riprova riempiendo le prime pagine dei giornali ed organizzando dibattiti televisivi sul rapporto privato e famigliare fra il Presidente del Consiglio e la sua Signora. Cosa può interessare alla gente dei loro problemi famigliari? Alla gente interessa il lavoro che non hanno o che hanno perso o che stanno perdendo; interessa il fatto che non sanno come affrontare gli impegni assunti e come potere vivere dignitosamente. Crediamo che in una fase di emergenza come questa, per non arrivare al peggio, è necessario che tutti si adoperino e collaborino per uscire dallo stallo in cui ci troviamo da così tanto tempo. Come risulta dai dati pubblicati da UNIONCAMERE, nel 2008 oltre 7000 imprese hanno consegnato i libri contabili alle cancellerie dei tribunali per dichiarare fallimento, mentre la mortalità delle imprese in tutte le province italiane è notevolmente aumentata ed il numero delle imprese che hanno chiuso è molto superiore di quelle che hanno aperto. Continuando in questo modo al fallimento delle imprese seguirà fatalmente il fallimento dello Stato come è avvenuto in Argentina. Quindi la U I L S propone che in questo momento di emergenza venga liberalizzato il rapporto di lavoro incentivando e non scoraggiando le imprese ed in particolare coloro che intendono intraprendere una attività, consentendo così di rilanciare l’economia e l’occupazione. Prioritaria, infine, l’abolizione di ogni privilegio, salvo quelli previsti per i soggetti diversamente abili, ed una riduzione drastica (magari momentanea) di tutti gli stipendi e le pensioni a livelli non superiori a 5.000 mila euro iniziando dal Capo dello Stato e dal Presidente del Consiglio e via via a tutti gli altri che godono di remunerazioni sproporzionalmente elevate. Solo in questo modo si darebbe un vero segnale di giustizia sociale e la politica potrebbe riacquistare la fiducia dei cittadini, persa ormai da troppo tempo. U.I.L.S. - Unione Imprenditori Lavoratori Socialisti – 00184 Roma – Via Baccina 62, tel. 066797812 - fax: 066797661 - e.mail: info@uils.it - www.uils.it
Il Presidente
Antonino Gasparo