Giovedì 19 Marzo 2009, alle ore 17 , sarà presentato , presso la Sala Giunta della Amministrazione Provinciale di Salerno il libro : “ Entrambi Autorevoli , Distonici & Confusi di ” Felice De Martino e Giuseppe Maria Galliano - Castalia Edizioni 2008 Saranno presenti oltre a gli autori: Alfonso Buonaiuto - Claudio Tortora - Marcello Napoli - Lara Corace - Ezio Ghidini Citro- Antonio Sessa - Silvio Mastrocola - Pina Li Preti
Spero che il tempo …” e “ Ad Est di Poppano .” , l’ ultima poesia della raccolta , rappresentano , più di ogni altro elemento , le caratteristiche essenziali del libro : “ Entrambi Autorevoli , Distonici & Confusi . “ scritto a quattro mani dai due autori , sempre vulcanici e vitali : Felice De Martino e Giuseppe Maria Galliano . ( Ed . Castalia 2008 .)
Inizio e fine quindi di un viaggio fantasioso , surreale nel Segno ma fortemente vero nella sua sostanza creativa . L’ Incipit che ferma il tempo per non perdere l’amore e la Galleria fatata che confonde gli animi attraverso un percorso surreal -tecnologico , un Tunnel vivifico ad Est di un luogo simbolo . Le due anime del libro si condensano così nel desiderio comune di ...Emozionare sempre e comunque . Il Segno poi , occhio-fuorviante , straordinario e ballerino , Segna l’ addio al classico , abbottonato e schematico foglio A 3 .
Non ci sono confini pertanto in questo libro coraggioso e sfrontato, ma solo limiti da superare ed ideologie da sconfiggere in nome di una verità essenziale : l’ Amicizia tra la gente ed in particolare tra i due scrittori .
Uno scritto che percorre un viaggio- binario nel tempo e nell’animo . Vite vissute , intense e senza riparo mediatico . Vite che volutamente non si fermano a riflettere troppo per non tracciare un bilancio definitivo ben sapendo che i bilanci , ad una certa età , non possono avere accantonamenti di capitale affettivo e né perdite di stile descrittivo . Un gioco da ragazzi , direbbe il Saggio ed è vero , con la consapevolezza , però di una maturità “ Autorevole “ , raggiunta con …Confusione , ma raggiunta ! . Non è “ Un paese da vecchi ” disteso sopra una collina , dove primeggia l’albero del Dubbio e della rinuncia quello che dipingono De Martino e Galliano con i loro colori e i loro versi ma una “ Metropoli d’imbarazzo “ con il tic dell’ Ironia , meridionale nella tesi , globale nella spinta emotiva e antitetica nell’ affrontare l’ Ateismo -giornaliero . Stesso tempo di posa , visione - grandangolo in comune , messa a fuoco automatica …...”Foto” diverse però , quelle “ scattate e scritte” dai due Autorevoli . Si vede e si sente al tatto , come il gatto puma o l ‘orsetto basilisco che è in loro , sempre vigile e malandrino . La iena bionda dal bianco violino , a queste condizioni può attendere . Fuori dal Tunnel c’è comunque … la Speranza , per lo meno … di tentare di vivere .
L’esistenza , d’altronde , non ha fatto ad Entrambi facile omaggio di cammini sereni o di comuni e gratuite identità . Binarie e rigidamente parallele le loro vite si sono inseguite e si inseguiranno sempre senza toccarsi eccetto per il breve periodo del concepimento esistenziale quando le orbite dell’incontro si sono avvicinate per dare vita a questo libro
con una tesi fondante condivisa : “ … Mai insegnare ! . Trasferiamo solo le nostre debolezze ….alla fine i lettori si sentiranno meglio e sicuramente più forti . “
Visione che viene ampiamente suffragata e “ sposata” da testimoni o meglio complici , i quali hanno talmente condiviso il “ matrimonio d’interessi “ di De Martino e Galliano , al punto da svestirsi dei panni stretti dei “compari d’anello ” del misfatto poetico , per indossare quelli più compromettenti e impegnativi di “ autori-generatori” di straordinarie ed originalissime recensioni . Quella della criminologa napoletana Lara Corace che certifica la “idoneità sociale “ del testo dei due autori (… “ affetti da una irrefrenabile passione per la vita e da un meraviglioso atteggiamento di autoanalisi , autocritica e autoironia …” ) sorprende per il senso non comune dello sfottò intelligente. Una performance originale che “sublima “ il critico ma , nello stesso tempo , eleva
enormemente gli standard di piacevolezza del libro . Particolare anche il “ terzo incomodo” …alias il giornalista Marcello Napoli che con la geniale orditura del suo verso , fortemente letterario e intessuto di raffinati richiami stilistici , impreziosisce gli spunti semantici del testo . Ricordiamo poi la mano professionale di Ezio Ghidini- Citro e di Silvio Mastrocola , nonché la “Iamatologa “ presenza di Antonio Sessa , una vena orientale , la sua che arricchisce il testo di esotica trasparenza . Originale la “ traduzione “ in giapponese del’incipit .
Infine citazione non solo formale ma ampiamente dovuta e meritata per Giovanni Acanfora che ha curato magistralmente il progetto grafico e la linearità espressiva dei testi decidendo “ …gli alti e bassi … , i rallentamenti .. .. i lungo linea , .. i salta rigo e gli stop del verso . Vi pare poco ? …..Nel centenario del Futurismo ? . Operazione riuscita dunque quella di Felice De Martino e di Giuseppe Maria Galliano i quali non solo hanno composto liriche , testi ed immagini suggestive ma hanno indicato anche , insieme ad un folto coordinamento di Saggi , una strada alternativa per la cultura non solo salernitana . Umiltà e nuove sperimentazioni per “ isolare “ il perbenismo culturale , troppo presente nei luoghi deputati alle scelte della società e produttivo solo per pochi interessi particolari .
Spero che il tempo …” e “ Ad Est di Poppano .” , l’ ultima poesia della raccolta , rappresentano , più di ogni altro elemento , le caratteristiche essenziali del libro : “ Entrambi Autorevoli , Distonici & Confusi . “ scritto a quattro mani dai due autori , sempre vulcanici e vitali : Felice De Martino e Giuseppe Maria Galliano . ( Ed . Castalia 2008 .)
Inizio e fine quindi di un viaggio fantasioso , surreale nel Segno ma fortemente vero nella sua sostanza creativa . L’ Incipit che ferma il tempo per non perdere l’amore e la Galleria fatata che confonde gli animi attraverso un percorso surreal -tecnologico , un Tunnel vivifico ad Est di un luogo simbolo . Le due anime del libro si condensano così nel desiderio comune di ...Emozionare sempre e comunque . Il Segno poi , occhio-fuorviante , straordinario e ballerino , Segna l’ addio al classico , abbottonato e schematico foglio A 3 .
Non ci sono confini pertanto in questo libro coraggioso e sfrontato, ma solo limiti da superare ed ideologie da sconfiggere in nome di una verità essenziale : l’ Amicizia tra la gente ed in particolare tra i due scrittori .
Uno scritto che percorre un viaggio- binario nel tempo e nell’animo . Vite vissute , intense e senza riparo mediatico . Vite che volutamente non si fermano a riflettere troppo per non tracciare un bilancio definitivo ben sapendo che i bilanci , ad una certa età , non possono avere accantonamenti di capitale affettivo e né perdite di stile descrittivo . Un gioco da ragazzi , direbbe il Saggio ed è vero , con la consapevolezza , però di una maturità “ Autorevole “ , raggiunta con …Confusione , ma raggiunta ! . Non è “ Un paese da vecchi ” disteso sopra una collina , dove primeggia l’albero del Dubbio e della rinuncia quello che dipingono De Martino e Galliano con i loro colori e i loro versi ma una “ Metropoli d’imbarazzo “ con il tic dell’ Ironia , meridionale nella tesi , globale nella spinta emotiva e antitetica nell’ affrontare l’ Ateismo -giornaliero . Stesso tempo di posa , visione - grandangolo in comune , messa a fuoco automatica …...”Foto” diverse però , quelle “ scattate e scritte” dai due Autorevoli . Si vede e si sente al tatto , come il gatto puma o l ‘orsetto basilisco che è in loro , sempre vigile e malandrino . La iena bionda dal bianco violino , a queste condizioni può attendere . Fuori dal Tunnel c’è comunque … la Speranza , per lo meno … di tentare di vivere .
L’esistenza , d’altronde , non ha fatto ad Entrambi facile omaggio di cammini sereni o di comuni e gratuite identità . Binarie e rigidamente parallele le loro vite si sono inseguite e si inseguiranno sempre senza toccarsi eccetto per il breve periodo del concepimento esistenziale quando le orbite dell’incontro si sono avvicinate per dare vita a questo libro
con una tesi fondante condivisa : “ … Mai insegnare ! . Trasferiamo solo le nostre debolezze ….alla fine i lettori si sentiranno meglio e sicuramente più forti . “
Visione che viene ampiamente suffragata e “ sposata” da testimoni o meglio complici , i quali hanno talmente condiviso il “ matrimonio d’interessi “ di De Martino e Galliano , al punto da svestirsi dei panni stretti dei “compari d’anello ” del misfatto poetico , per indossare quelli più compromettenti e impegnativi di “ autori-generatori” di straordinarie ed originalissime recensioni . Quella della criminologa napoletana Lara Corace che certifica la “idoneità sociale “ del testo dei due autori (… “ affetti da una irrefrenabile passione per la vita e da un meraviglioso atteggiamento di autoanalisi , autocritica e autoironia …” ) sorprende per il senso non comune dello sfottò intelligente. Una performance originale che “sublima “ il critico ma , nello stesso tempo , eleva
enormemente gli standard di piacevolezza del libro . Particolare anche il “ terzo incomodo” …alias il giornalista Marcello Napoli che con la geniale orditura del suo verso , fortemente letterario e intessuto di raffinati richiami stilistici , impreziosisce gli spunti semantici del testo . Ricordiamo poi la mano professionale di Ezio Ghidini- Citro e di Silvio Mastrocola , nonché la “Iamatologa “ presenza di Antonio Sessa , una vena orientale , la sua che arricchisce il testo di esotica trasparenza . Originale la “ traduzione “ in giapponese del’incipit .
Infine citazione non solo formale ma ampiamente dovuta e meritata per Giovanni Acanfora che ha curato magistralmente il progetto grafico e la linearità espressiva dei testi decidendo “ …gli alti e bassi … , i rallentamenti .. .. i lungo linea , .. i salta rigo e gli stop del verso . Vi pare poco ? …..Nel centenario del Futurismo ? . Operazione riuscita dunque quella di Felice De Martino e di Giuseppe Maria Galliano i quali non solo hanno composto liriche , testi ed immagini suggestive ma hanno indicato anche , insieme ad un folto coordinamento di Saggi , una strada alternativa per la cultura non solo salernitana . Umiltà e nuove sperimentazioni per “ isolare “ il perbenismo culturale , troppo presente nei luoghi deputati alle scelte della società e produttivo solo per pochi interessi particolari .