Tutte queste opere sono fatte sopra una tela montata su una struttura che da sola mi costruisco, per avere più libertà sulla scelta del formato.
Mi piace che un’opera possa essere a volte formata da molte piccole opere, obiettivo che raggiungo con la costruzione di piccoli formati che con la loro somma costituiscono un’opera di grandi dimensioni. Il risultato sono opere a forma di rettangolo o di quadrato.
Sono elaborate con pochi materiali ma il mio tentativo è che risultino molto espressive. Utilizzo acrilici, carta, colori e vernici.
Gioco con le linee rette, con costruzioni, paesaggi urbani che arrivo ad astrarre tanto che arrivo a esprimere con forme semplici, siluette che sempre rinforzo con linee nervose e profonde che sono ricorrenze immaginative. Tutto ciò realizzato mediante l’utilizzo di tecniche differenti, concepite mediante lo studio di varie discipline nel mondo dell’arte.
I colori dominanti in una fase iniziale sono i colori del paesaggio urbano della mia città, realizzati con gli ocra e i colori tipici della terra, con il passare del tempo ho incorporato altri colori come il nero, riflesso di uno stato d’animo e in particolari occasioni una moltitudine di colori che creano nel quadro un caos e un disordine di forma, una maniera per interpretare il mio sentire interiore, della necessità di cambiamento, di sentire nuove situazioni.
In definitiva, in tutte le opere gioco e vorrei che chi le osservasse facesse lo stesso, con i tre sensi più importanti per me : la vista, il tatto e l’udito, da qui nascono le opere con questo titolo.