Aggregatore di notizie e comunicati stampa.

martedì 3 novembre 2009

Bari – Incontro con Federico Moccia e i protagonisti del film ‘Amore 14’


E’ uscito nelle sale cinematografiche il 30 ottobre l’ultimo lavoro cinematografico di Federico Moccia , tratto dal suo omonimo romanzo “Amore 14” .
Lo abbiamo incontrato a Bari assieme a Veronica Olivier (Carolina), Giuseppe Maggio (Massi) e Raniero Monaco di Lapio (Rusty James), i tre giovani protagonisti non professionisti, che hanno dato vita ai personaggi adolescenziali, alle prese dei loro primi amori, del loro primo bacio dei loro batticuori e delle loro prime e “insormontabili” delusioni.

Così la prima domanda sorge spontanea.

D.: Moccia, parli dei giovani, di quella fascia dì età che disorienta sia i genitori che gli stessi protagonisti.
Quando parli di loro fai riferimento ai tuoi trascorsi personali o dai voce ai giovani che ti raccontano i loro problemi?

R.: E’ sicuramente un mix. Nel mio blog, mi scrivono tanti giovani. Le loro storie mi appaiono come piccole finestre ricche di avvenimenti, da cui attingo anche i miei racconti.
A volte le loro esposizioni mi preoccupano e in questo modo torno indietro con la mente.
Cerco di ricordare com’ero io a 13 e 14 anni, rileggo i miei diari, le lettere che ho scritto e che non ho mai consegnato e noto che a quella età i problemi si affrontavano in maniera differente, sembrano invalicabili, perché si ha una purezza diversa.
Oggi che sono più maturo, mi rendo conto che tutto può essere preso con più leggerezza e che fa parte di un percorso che più o meno tutti abbiamo passato.

D.: Visto che hai fatto un percorso di un’autoanalisi, hai notato differenze del rapporto che i giovani hanno con la società e con le loro emozioni?

R.: Rispetto allo spaccato degli anni ’70 le inquietudini sono sempre le stesse.
Diverso è il rapporto che hanno con la società.
Noi venivamo da un successivo evolversi generazionale. Si è vissuto con più libertà quello che è visto oggi in una chiave ridicola. Ma questo non sempre è positivo, perché ritengo che alcune cose devono restare stabili, devono essere punti fermi della nostra vita, prendo ad esempio la figura del professore.

D.: Fra poco sarai anche tu padre. Che genitore sarai?

R.: Nei rapporti con mio padre ho sempre avuto un moto di ribellione, è questo l’ho messo in conto, è un passaggio che mi toccherà. Oggi posso dire che mi piacerà trasmettere tutto quello che mio padre mi ha consegnato. Sicuramente il rapporto con mio figlio sarò una grande incognita ma è sicuramente una grande gioia.

D.: Per questo film hai scelto “attori” non conosciuti, privi di esperienza, come mai?

R.: Ho scelto questi tre ragazzi perché giusti per questi ruoli e soprattutto non sono raccomandati.
Per il regista è sicuramente un lavoro più impegnativo, perché deve insegnare a queste giovani leve, come trasmettere le emozioni per essere credibili, non sovrapporsi alla battute con gli altri attori, insomma deve spiegare ogni volta le tecniche di lavorazione.

“E’ vero – interviene Veronica Olivier – per me è stato difficile, ma Federico mi ha dato molto coraggio. E’ stato difficile concentrarsi e lavorare con tante persone che non conosci, mi sono sentita spesso a disagio.
Avevo la paura di essere sempre giudicata, ma per fortuna quando mi sentivo spiazzata chiedevo aiuto a Moccia”.

D.: L’attore protagonista Giuseppe Maggio assomiglia a Riccardo Scamarcio, scelta voluta o pura casualità?

R.: Al momento che mi è stato presentato non li avevo associati, anche se dopo me lo hanno fatto notare.
Io volevo che il personaggio avesse delle caratteristiche fisiche diversa dalla protagonista (Veronica) e da suo fratello (Raniero).
“Assomigliare a Riccardo Scamarcio non è un peso - si interpone Giuseppe Maggio – è sicuramente un elogio. E’ un attore affermato , bravo e che ha studiato recitazione. Penso che ogni personaggio abbia un racconto a sé. Spero di avere fortuna percorrendo la mia strada, così come Riccardo ha avuto la sua”.

D.: Hai iniziato negli anni 80 come sceneggiatore assieme a Castellano, poi come autore di testi di famose trasmissioni televisive (Ciao Darwin – Chi ha incastrato Peter Pan ed altre ancora), poi come scrittore e regista.
Ma Moccia in realtà quale figura più lo rappresenta?

R.: Un po’ tutte queste ed altre ancora. Sono anche pittore, ho fatto una mostra ma non ho mai messo in vendita i miei quadri. Ho scritto poesie che non ho mai pubblicato.

D.: Il tuo prossimo libro quale generazione rappresenterà?

R.: Forse il periodo universitario, periodo che mi ha riguardato e che sento più vicino a livello generazionale. Cercherò di trattare anche dei problemi dei genitori che sono sempre presenti nella vita dei giovani.

Dopo il successo del libro è prevedibile il successo nelle sale cinematografiche.
Moccia è bravo a rivolgersi a quella generazione con il loro linguaggio e poi parlare d’amore si sa non fa mai male, perché è bello credere nei propri sogni.

Anna deMarzo

VUOI SCOPRIRE COSA DICE IL LINGUAGGIO DEL CORPO ?

VUOI SCOPRIRE COSA DICE IL LINGUAGGIO DEL CORPO ?
SEMINARIO A SALERNO IL 25 OTTOBRE - A FIANO ROMANO 11 OTTOBRE- 2009

Vorresti recuperare i tuoi crediti direttamente dalla tua azienda?

Vorresti recuperare i tuoi crediti direttamente dalla tua azienda?
Clicca sulla foto per conoscre la soluzione

Collabora anche tu nel dare alla caccia agli ORRORI DI COMUNICAZIONE

Collabora anche tu nel dare alla caccia agli ORRORI  DI COMUNICAZIONE
Clicca sulla foto per sapere come fare

Archivio blog