SOLOFRA – DAL 25 LUGLIO AL 7 SETTEMBRE 2008
TERZO APPUNTAMENTO
Verso il tramonto - Merc 06 Agosto h 18,30
Chiamerano alla Scorza SOLOFRA
HYPOKRITES TEATRO STUDIO
Passeggiata ecologica con poesie e musiche
Da un’idea di
Enzo Marangelo
Con:
Attori: Piera De Piano, Alfonso Grassi, Felicia Mongiello, Francesca Pecoraro, Renato Siniscalchi
Musicisti: Francesco Angelastro (percussioni), Antonio D’Alessio (contrabbasso), Peppe D’Alessio (chitarra), Michela De Maio (arpa), Renato Orciuoli (violino)
Un’ampia balza, posta in leggera pendenza verso un balcone naturale, detta del Chiamerano, “luogo da dove si chiama”, sembra evocare già nel nome, oltre che nella visione panoramica di cui è “inconsapevole” artefice, una presenza: esseri che dal bosco vanno raminghi tra gli alberi, oppure uomini, che al bosco ritornano per celebrarvi una nativa appartenenza. Far risuonare di nobile e lieve poesia, di suono ritmato eppur gentile, questa ombrosa distesa, vuole essere il nostro fugace contatto di umani con l’immortalità della natura. Servirsi di un linguaggio, quello artistico, che sia il più lontano possibile dalla banale esperienza quotidiana, ci è sembrato l’unico strumento a noi più familiare e meno impuro per attingere al meglio a tale bellezza. Arte e natura si fondono per disegnare una realtà onirica e evanescente in cui esseri che pullulano invisibili e umani “poco umani” sono compagni in una passeggiata che conduce a cinque postazioni: un attore per ognuna di esse leggerà, con il commento musicale di uno strumento, versi di poesia irpina, contemporanea e classica.
TERZO APPUNTAMENTO
Verso il tramonto - Merc 06 Agosto h 18,30
Chiamerano alla Scorza SOLOFRA
HYPOKRITES TEATRO STUDIO
Passeggiata ecologica con poesie e musiche
Da un’idea di
Enzo Marangelo
Con:
Attori: Piera De Piano, Alfonso Grassi, Felicia Mongiello, Francesca Pecoraro, Renato Siniscalchi
Musicisti: Francesco Angelastro (percussioni), Antonio D’Alessio (contrabbasso), Peppe D’Alessio (chitarra), Michela De Maio (arpa), Renato Orciuoli (violino)
Un’ampia balza, posta in leggera pendenza verso un balcone naturale, detta del Chiamerano, “luogo da dove si chiama”, sembra evocare già nel nome, oltre che nella visione panoramica di cui è “inconsapevole” artefice, una presenza: esseri che dal bosco vanno raminghi tra gli alberi, oppure uomini, che al bosco ritornano per celebrarvi una nativa appartenenza. Far risuonare di nobile e lieve poesia, di suono ritmato eppur gentile, questa ombrosa distesa, vuole essere il nostro fugace contatto di umani con l’immortalità della natura. Servirsi di un linguaggio, quello artistico, che sia il più lontano possibile dalla banale esperienza quotidiana, ci è sembrato l’unico strumento a noi più familiare e meno impuro per attingere al meglio a tale bellezza. Arte e natura si fondono per disegnare una realtà onirica e evanescente in cui esseri che pullulano invisibili e umani “poco umani” sono compagni in una passeggiata che conduce a cinque postazioni: un attore per ognuna di esse leggerà, con il commento musicale di uno strumento, versi di poesia irpina, contemporanea e classica.