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giovedì 14 agosto 2008

Barletta (Bari) - Il fenomeno Jovanotti travolge il pubblico di Barletta


Nuovo attesissimo appuntamento con la musica rock d’autore ieri sera a Barletta con il concerto di Lorenzo Cherubini, meglio noto come Jovanotti. L’evento ha richiamato un’immensa folla di fans raccolti nel Fossato del Castello che hanno dovuto attendere sino alle 22,00 per vedere salire sul palco il “profeta del pensiero positivo”. L’arrivo dell’artista è stato preceduto dalla proiezione in video di frasi ad effetto (le balene non hanno le corde vocali…i porcospini galleggiano…la prima vertebra cervicale si chiama Atlante, e così via…) e da un collegamento in tenda dove Jovanotti, qualche attimo prima del concerto, salutando e scusandosi del ritardo dovuto a problemi tecnici, ha infiammato la folla impaziente cantando la sua dolcissima «Bella».

L’impatto è stato travolgente: Lorenzo irrompe sul palcoscenico con una giacca ornata di lucine luminose, salta e balla, contagiando tutti i presenti che si son lasciati trasportare dall’energia pura dei ritmi e delle danze, dall’emozionante e magico viaggio musicale, tributargli tantissimi applausi

Il re della “rep” italiano festeggia quest’anno vent’anni di carriera con il SAFARI TOUR 2008 che segue all’uscita dell’omonimo album (il disco più pop della sua carriera) foriero di ampi consensi di pubblico e di critica. Recente è infatti il prestigioso riconoscimento alla splendida «Fango» (uno dei tre singoli estratti dall’album SAFARI) del premio Mogol alla scrittura musicale.

Il concerto parte con «Safari» che nella lingua swahili significa “viaggio”; quel viaggio che ha assunto nella vita e nella carriera dell’artista un’importanza primaria. L’album stesso incarna il tema del viaggio e racchiude musiche e suoni da tutto il mondo. Parla di terre lontane trasformando le emozioni nel linguaggio universale della musica, unico ed inimitabile nel suo genere.

Non mancano i messaggi impegnati come quando, sul megaschermo di 21 metri per 6, appaiono le indimenticabili immagini di Piazza Tienanmen o quando Lorenzo ci commenta l’immagine proiettata di una stella - la costellazione di Ercole - distante circa 22 mila anni luce da noi, esempio del concetto d’infinito che ” non riusciamo decifrare ma che è dentro ognuno di noi”!

Lorenzo è un cantante dal messaggio schietto e spoglio di sovrastrutture, mette se stesso in ciò che canta, i suoi dolori, le sue note battaglie per la difesa ed il rispetto delle popolazioni lontane meno fortunate delle nostre. Ma vuole anche regalare al pubblico semplicemente un sano divertimento
Con l’ultimo lavoro discografico Jovanotti abbandona un pò le vesti del guru e del profeta per indossare quelle che più si addicono ad un cantautore. La ricerca del sentimento profondo materializza l’amore in poesia regalandoci forse la sua più bella canzone d’amore: «A Te», cantata in coro da un pubblico in delirio e purtroppo recentemente coinvolta in un’accusa di plagio per la presunta somiglianza con la “A la primiera persona”dello spagnolo Alejando Sanz

Sul palco, oltre al mitico Saturnino, ci sono Riccardo Onori (chitarre), Franco Santarnecchi e Christian Rigano (tastiere) e una doppia batteria, con l'americano Mylious Johnson e l'anglogiamaicano Gareth Brown che si sono lanciati in un assolo mozzafiato che ha fatto andare in delirio in pubblico

I fans hanno assistito ad uno spettacolo live sorprendente di grande musica. A Jovi piace sperimentare ed ecco apparire sui volti di Lorenzo e del pubblico presente, a tratti durante tutto il concerto, una maschera tecno-tribale proiettata con un laser che li ha seguiti anche in movimento, grazie ad un software sofisticato

Per circa due ore jovanotti ha alternato nuovi brani dell’ultimo album ai suoi più grandi successi come «Penso positivo», «Una tribù che balla», «Tanto», «Falla girare», «L'ombelico del mondo», «Serenata Rep», ma anche «Dove ho visto te», «Temporale». Non è mancato il momento più intimistico con alcune ballad acustiche come le bellissime «Chissà se stai dormendo», «Morirò d'amore», «Ti sposerò», ecc.

Lorenzo è ormai un patrimonio della nostra musica, un artista amante della vita che è cresciuto in questi vent’anni regalandoci testi e sonorità sempre nuove su cui ballare e sognare. Un grazie sentito dunque a Jovanotti ed alla sua band per averci sorpreso con uno spettacolo travolgente ed appassionato e per averci offerto due ore di sano divertimento.

Angela Ronchi

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