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sabato 5 gennaio 2008

Il Bugurgo, la luna ed il cacciatore

Era notte, una notte di molti anni fa, quando le cose e gli animali, non avevano gli stessi nomi che conosciamo oggi. Il limpidissimo cielo era punteggiato da una miriade di stelle, faceva freddo.
Il cacciatore aveva inseguito il Bugurgo ormai da molte ore. Era stanco ed affamato.
Il Bugurgo era veloce e sembrava non stancarsi mai e con il suo pelo marrone fulvo si nascondeva nella vegetazione.
Ma il fiuto del cacciatore lo sentiva, era ormai vicinissimo e sarebbe bastato poco, per catturare la sua preda . Ma il Bugurgo non aveva nessuna voglia di farsi catturare, di arrendersi. Pensava ai suoi cucciolo che lo aspettavano nella tana.
Se non fosse tornato sarebbe stato per loro la fine.: senza cibo non avrebbero potuto vivere a lungo, erano soli, visto anche che la sua compagna, era volata dall’atra parte del cielo qualche giorno prima.
Cacciatore e Bugurgo erano vicinissimi, ed entrambi allo stremo delle forze. Chi avrebbe ceduto prima alla stanchezza, avrebbe perso le partita e per il Bugurgo era in gioco la vita.
Giunsero in cima ad una collina, la valle si estendeva fino, dove lo sguardo del cacciatore poteva arrivare.
Alla pallida luce delle stelle:” il mondo” pensò”è bellissimo e vivere è una cosa meravigliosa”
Mentre pensava , il suo stomaco , gli ricordò che aveva fame. Solo allora si accorse che da una piccola casa, poco distante, veniva una luce ed un profumo di zuppa.
Si avvicinò furtivo, quasi con paura, ora si sentiva lui un piccolo animale indifeso ed affamato ed in fondo lo era.
Guardò dalle finestre e vide delle tavole imbandite con alcune persone che mangiavano in allegria.
Busso alla porta. Gli fu aperto da una giovane e bella donna, che lo invitò ad entrare, entrò.
Nel frattempo il Bugurgo che nell’ombra aveva assistito alla scena, si era calmato, ed il cuore non gli pulsava più così forte, da farlo stare male.
Il cacciatore sedette ad un tavolo e mangiò , con sana fame.
Quando fu sazio, ripensò all’animale che stava inseguendo, ed ebbe uno strano moto d’animo, che oggi avremmo potuto chiamare compassione.
Usci dalla casa e proprio in quel momento, da dietro la montagna, proprio dietro di lui stava sorgendo la luna.
Fu un attimo e la luce rese visibile il Bugurgo.
Il cacciatore, perse il suo arco , stava per scoccare una freccia, quando, come se la luna avesse parlato, giunse a lui una flebile ninna nana, e, fu in quel preciso attimo, che per, un secondo, alla magica luce della luna, il cacciatore vide i pensieri del Bugurgo : vide i suoi cuccioli vide la sua vita, senti la sua paura.
Improvvisamente capì, che era ingiusto, continuare la caccia, si fermò lascio cadere l’arco.
Bastò questo per fare fuggire il Bugurgo, che in pochi minuti, giunse ad una fitta boscaglia dove non era più raggiungibile, la vita era salva.
Poteva sembrare strano, ma il cacciatore, si sentiva felice, la luce della luna dava a tutta la scena una armonia magica e fatata.
Si voltò verso la piccola casa, dove aveva mangiato, e vide che la donna, sulla porta lo guardava stupita e compiaciuta. Capì che aveva perso una preda ma aveva trovato l’amore.

Passarono molti anni e una giovane coppia, mentre, facevano degli scavi, per le fondamenta di una costruzione, trovarono un vecchio arco ed una pergamena, che raccontava la storia che vi ho narrato, ed allora, sentirono, come uno strano legame, che li univa a quella coppia così lontana nel tempo, e decisero di ricostruire la vecchia locanda proprio in quel posto.
In una sera di luna piana, pensando a quale nome dovessero dare alla locanda, sentirono un verso, un suono, che non avevano mai sentito prima , videro poco lontano da loro, un animale dal pelo marrone fulvo, che li osservava, fu un attimo, una frazione di secondo alla luce argentea della luna, ed allora capirono, che il legame che li univa all’antica coppia, era molto di più di quello che loro pensassero, decisero allora, che la locanda si sarebbe chiamata la “Locanda della Luna” e, potete giuraci, se ci andrete anche voi, ascoltando bene, potrete sentire, ancora oggi, il verso strano, ma suadente del vecchio Bugurgo che ringrazia per aver avuto salva la vita.
Giuseppe Maria Galliano
Questa favola è stata creata appositamnte per:
La "Locanda della luna "in San Giorgio del Sannio Benevento

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