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giovedì 11 marzo 2010

Possibili rischi per la salute: ridurre l’acetaldeide negli alimenti

La sicurezza alimentare riguarda la collettività intera che molto spesso, presa dagli impegni quotidiani e da una pressoché generalizzata noncuranza in tema di alimentazione trascura i possibili rischi per la salute umana.
Ormai da tempo come componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, si occupa di segnalare le più recenti ricerche sul tema al fine di poter stimolare gli istituti preposti ai controlli per interventi a garanzia e protezione della salute dei cittadini.
Non da ultimo, vale la pena porre all’attenzione della cittadinanza e delle suddette Autorità nazionali ed europee, le recenti indagini sugli effetti dell’acetaldeide, nota anche come aldeide acetica e aldeide etilico - che si trova a livelli bassi, in alcuni alimenti fermentati, succhi di frutta e bevande alcoliche - dichiarata cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC).
La questione, rilevata da poco anche dall’Evira, l’agenzia finlandese per la sicurezza alimentare che sin da subito ha inoltrato i risultati della propria ricerca anche alle istituzioni europee, secondo Giovanni D’AGATA, dovrebbe essere ripresa in termini brevi anche dalla European Food Safety Authority (EFSA), l’Agenzia Europea che si occupa dei controlli nella stessa materia sotto l’egida della Commissione Europea, al fine di poter effettuare una più ampia sperimentazione e trovare delle soluzioni alle perplessità sollevate dall’agenzia finlandese in termini di pericolosità per la salute umana.
Secondo D’AGATA, infatti, tale intervento dirimerebbe ogni dubbio circa l’effettiva nocività per la salute umana e potrebbe consentire di ridurre ex lege i livelli di acetaldeide nei cibi e proibirne eventualmente l’utilizzo come agente aromatizzante aggiunto ad alcuni tipi di pasticcini, succhi di frutta, bibite, dolci e prodotti lattiero-caseari, come purtroppo accade in assenza di una normativa europea che ne proibisca l’uso come additivo alimentare.

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