Mettere insieme i temi del presepe e quelli relativi all’ambiente è una operazione culturale di eccellenza, doppiamente valida perchè sintetizza ed evidenzia, senza primati ideologici, i valori più puri del sociale e quelli del credo religioso.
La povera stalla di Betlemme con il suo essenziale messaggio di amore interpreta appieno anche i dettami più autentici della ricerca ambientalista. Ancor più solidificata dal concetto di Pace che le Natività riesce ad emanare e che si espande, con grande fragore morale, negli attuali e incomprensibili panorami di guerra tra popoli e diverse etnie. e' una deflagrazione di amore e bene che tenta di purificare l’aria di questo secolo iniziato malissimo con la preoccupazione fondata di non essere probabilmente “ultimato” dal genere umano. Ben si inquadra quindi in una ottica di esigenza spirituale la domanda di una migliore aria da respirare quale soddisfazione anche per l’intimo sociale e religioso di tutte le comunita'. Appare pertanto attuale e importante quanto gli organizzatori della manifestazione odierna propongono nel loro tema introduttivo. Probabilmente essi sono consapevoli che nella millenaria cultura del Presepe possono con facilità essere travasati, senza inganno, i più scottanti bisogni della società moderna. Quelli riguardanti l’Ambiente poi sembrano essere i più bisognosi di attenzione e di una corale partecipazione. Sono d’altronde di questi giorni le polemiche per i siti di stoccaggio che hanno riguardato anche gli abitanti di questa zona. Non amo fare polemiche pero' trovo disdicevole che in un luogo di “magico” equilibrio di aria, acqua e terra, come il vostro, dove viene tra l’altro alla luce e si svezza uno dei vini più apprezzati al mondo, si possa solamente pensare di insediarvi discariche o qualsivoglia stoccaggio di ecoballe. E' come se in Francia nella Regione dello Champagne un pazzoide decidesse di fare altrettanto, sicuramente la comunita' internazionale lo farebbe internare in qualche manicomio criminale. Ebbene qua in Italia probabilmente lo premierebbero !!! Come si puo' facilmente dedurre, per tutte queste ragioni, il tema proposto dagli organizzatori è attualissimo e non solo per la vicinanza del Natale. Festivita' che vedo tra l’altro adeguatamente “santificata” con la presenza di opere di primo ordine: raffigurazioni e sculture straordinarie , di ottima fattura e valore emblematico rispetto ai quali sento l’esigenza di approfondire una mia specifica considerazione. L’espositore indiscusso, una risorsa non solo culturale per la comunita' di Chiante e' il Maestro Antonio Franzese. Tutti conosciamo l’opera di questo magnifico artista, conosciuto anche con lo pseudonimo “teutonico” di Franz, ma forse non abbastanza per catalogarla senza imbarazzo nel ristretto novero della più autentica genialita'. Nel vasto campo espressivo dell’artista ( io prediligo, in particolare, le ceramiche le quali, fin dal primo istante, mi hanno preso lo sguardo e “catturato” l’intimo in un profondo abbraccio emotivo) si sono verificati con frequenza felici parti di vera arte. Io so perche' certi artisti con la A maiuscola non hanno avuto ancora adeguata fortuna e successo come meriterebbero. Probabilmente non hanno trovato il mentore giusto o il canale “politico” adatto per essere adeguatamente sponsorizzati. Si spendono milioni di euro per eventi di dubbio gusto e non si riesce a stanare dall’anonimato anime profonde che sanno dialogare con la materia fermandola nell’attimo giusto della sua migliore espressivita'- e tanta creativita' va persa inseguendo poi mode concettuali che nascono spesso pseudo geni da strapazzo. Cio' avviene con una certa frequenza spesso facendo anche “importazione” internazionale dimenticando la peculiarita' del genio italiano e della florida creativita' della provincia che nei secoli lo ha reso fecondo. La provincia con i suoi doppi tempi e le lente cadenze che confezionano il manufatto nella sua essenza più intima e profonda. Tutto il contrario della schizzofrenica inconsapevolmente. Come se tutto dovesse essere veloce per essere considerato realmente creativo e geniale. La presunta Arte viaggia cosi' con Tempi e Scansioni di immagini dai ritmi aggressivi: teatralita' giocate su silenzi spaziali o sulle involute deformazioni plastiche delle materie trattate. Oggi, agli occhi della critica, la Citta', il Globale, il Mondo per esprimersi compiutamente ha bisogno del Luogo-centro (Totem imperante del Gusto) e della “freddezza” del sentimento che, in molti casi, la esprime. Questa peculiarita', secondo i moderni “giudici” dell’Estetica, determina spesso il Capolavoro. Ma tutto cio' Franzese lo conosce benissimo e da tempo lo immagazzina con una metodologia ed efficace sintesi personale pur non stando nei luoghi simbolo dell’arte mondiale. L’arte di Franz e' semplicemente la visione dell’Arte nel suo insieme. Pittorica e plastica, una immagine in continuo divenire che tenta disperatamente di liberarsi del suo piano orizzontale. Franz mentre modella dipinge scatenando una lotta nel suo intimo. Da questo scontro essenzialmente psicologico le figure tendono ad uscire dal loro involucro spaziale consumando l’energia dell’artista che genetico gli suggerisce. Ognuno di noi si fermerebbe un attimo prima o dopo. Lui lo e' nel momento giusto. Ecco l’Artista, il Genio, e ciò che lo differenza dagli altri. Vi sono note poi le espressioni, i volti, le circostanze estetiche, i temi cari dell’intimo, percependole in continuazione durante le ore che segnano la nostra giornata. Franz esprime le visioni che abitano nel nostro inconscio portando a termine una missione, tipica degli artisti geniali, che e' quella di confezionare con la sua arte la materialita' del nostro io. In sintesi io vedo nella totalità artistica di Antonio Franzese la coda istintiva di una profonda attualita' pur vivendo il Maestro nella sua “isola” che e' Chianche. Questo magico luogo Avellinese ma nell’intimo Campus Sannita, non ha certo i tempi di reazione emotiva di New York o di Parigi ma e' depositario di un tesoro esistenziale unico: il senso profondo del Tempo che a Chianche non si misura con le frequenze del cronometro bensi' con la qualita' di attimi veri che si riescono a trasmettere ai propri simili. Questa caratteristica alla quale attinge per primo Franz e' parte integrante del genoma Chianchese, sono probabilmente del particolare humus della loro antica terra, intrisa di zolfo che corrisponde da secoli la giusta dose di gusto e di sapore anche ai grappoli di uva, vanto della locale tradizione vitivinicola
Felice Demartino
La povera stalla di Betlemme con il suo essenziale messaggio di amore interpreta appieno anche i dettami più autentici della ricerca ambientalista. Ancor più solidificata dal concetto di Pace che le Natività riesce ad emanare e che si espande, con grande fragore morale, negli attuali e incomprensibili panorami di guerra tra popoli e diverse etnie. e' una deflagrazione di amore e bene che tenta di purificare l’aria di questo secolo iniziato malissimo con la preoccupazione fondata di non essere probabilmente “ultimato” dal genere umano. Ben si inquadra quindi in una ottica di esigenza spirituale la domanda di una migliore aria da respirare quale soddisfazione anche per l’intimo sociale e religioso di tutte le comunita'. Appare pertanto attuale e importante quanto gli organizzatori della manifestazione odierna propongono nel loro tema introduttivo. Probabilmente essi sono consapevoli che nella millenaria cultura del Presepe possono con facilità essere travasati, senza inganno, i più scottanti bisogni della società moderna. Quelli riguardanti l’Ambiente poi sembrano essere i più bisognosi di attenzione e di una corale partecipazione. Sono d’altronde di questi giorni le polemiche per i siti di stoccaggio che hanno riguardato anche gli abitanti di questa zona. Non amo fare polemiche pero' trovo disdicevole che in un luogo di “magico” equilibrio di aria, acqua e terra, come il vostro, dove viene tra l’altro alla luce e si svezza uno dei vini più apprezzati al mondo, si possa solamente pensare di insediarvi discariche o qualsivoglia stoccaggio di ecoballe. E' come se in Francia nella Regione dello Champagne un pazzoide decidesse di fare altrettanto, sicuramente la comunita' internazionale lo farebbe internare in qualche manicomio criminale. Ebbene qua in Italia probabilmente lo premierebbero !!! Come si puo' facilmente dedurre, per tutte queste ragioni, il tema proposto dagli organizzatori è attualissimo e non solo per la vicinanza del Natale. Festivita' che vedo tra l’altro adeguatamente “santificata” con la presenza di opere di primo ordine: raffigurazioni e sculture straordinarie , di ottima fattura e valore emblematico rispetto ai quali sento l’esigenza di approfondire una mia specifica considerazione. L’espositore indiscusso, una risorsa non solo culturale per la comunita' di Chiante e' il Maestro Antonio Franzese. Tutti conosciamo l’opera di questo magnifico artista, conosciuto anche con lo pseudonimo “teutonico” di Franz, ma forse non abbastanza per catalogarla senza imbarazzo nel ristretto novero della più autentica genialita'. Nel vasto campo espressivo dell’artista ( io prediligo, in particolare, le ceramiche le quali, fin dal primo istante, mi hanno preso lo sguardo e “catturato” l’intimo in un profondo abbraccio emotivo) si sono verificati con frequenza felici parti di vera arte. Io so perche' certi artisti con la A maiuscola non hanno avuto ancora adeguata fortuna e successo come meriterebbero. Probabilmente non hanno trovato il mentore giusto o il canale “politico” adatto per essere adeguatamente sponsorizzati. Si spendono milioni di euro per eventi di dubbio gusto e non si riesce a stanare dall’anonimato anime profonde che sanno dialogare con la materia fermandola nell’attimo giusto della sua migliore espressivita'- e tanta creativita' va persa inseguendo poi mode concettuali che nascono spesso pseudo geni da strapazzo. Cio' avviene con una certa frequenza spesso facendo anche “importazione” internazionale dimenticando la peculiarita' del genio italiano e della florida creativita' della provincia che nei secoli lo ha reso fecondo. La provincia con i suoi doppi tempi e le lente cadenze che confezionano il manufatto nella sua essenza più intima e profonda. Tutto il contrario della schizzofrenica inconsapevolmente. Come se tutto dovesse essere veloce per essere considerato realmente creativo e geniale. La presunta Arte viaggia cosi' con Tempi e Scansioni di immagini dai ritmi aggressivi: teatralita' giocate su silenzi spaziali o sulle involute deformazioni plastiche delle materie trattate. Oggi, agli occhi della critica, la Citta', il Globale, il Mondo per esprimersi compiutamente ha bisogno del Luogo-centro (Totem imperante del Gusto) e della “freddezza” del sentimento che, in molti casi, la esprime. Questa peculiarita', secondo i moderni “giudici” dell’Estetica, determina spesso il Capolavoro. Ma tutto cio' Franzese lo conosce benissimo e da tempo lo immagazzina con una metodologia ed efficace sintesi personale pur non stando nei luoghi simbolo dell’arte mondiale. L’arte di Franz e' semplicemente la visione dell’Arte nel suo insieme. Pittorica e plastica, una immagine in continuo divenire che tenta disperatamente di liberarsi del suo piano orizzontale. Franz mentre modella dipinge scatenando una lotta nel suo intimo. Da questo scontro essenzialmente psicologico le figure tendono ad uscire dal loro involucro spaziale consumando l’energia dell’artista che genetico gli suggerisce. Ognuno di noi si fermerebbe un attimo prima o dopo. Lui lo e' nel momento giusto. Ecco l’Artista, il Genio, e ciò che lo differenza dagli altri. Vi sono note poi le espressioni, i volti, le circostanze estetiche, i temi cari dell’intimo, percependole in continuazione durante le ore che segnano la nostra giornata. Franz esprime le visioni che abitano nel nostro inconscio portando a termine una missione, tipica degli artisti geniali, che e' quella di confezionare con la sua arte la materialita' del nostro io. In sintesi io vedo nella totalità artistica di Antonio Franzese la coda istintiva di una profonda attualita' pur vivendo il Maestro nella sua “isola” che e' Chianche. Questo magico luogo Avellinese ma nell’intimo Campus Sannita, non ha certo i tempi di reazione emotiva di New York o di Parigi ma e' depositario di un tesoro esistenziale unico: il senso profondo del Tempo che a Chianche non si misura con le frequenze del cronometro bensi' con la qualita' di attimi veri che si riescono a trasmettere ai propri simili. Questa caratteristica alla quale attinge per primo Franz e' parte integrante del genoma Chianchese, sono probabilmente del particolare humus della loro antica terra, intrisa di zolfo che corrisponde da secoli la giusta dose di gusto e di sapore anche ai grappoli di uva, vanto della locale tradizione vitivinicola
Felice Demartino