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sabato 31 gennaio 2009

L'appello di Ida da Torino.


Mi chiamo Ida ho 37 anni e vivo in provincia di Torino, scrivo questa lettera per chiedere una cosa molto semplice: attenzione da parte dello Stato e del Governo che voto, attenzione in nome delle leggi che rispetto e delle tasse che pago. Con la mia lettera voglio chiedere risposte a dei “perché”, io ho terminato molto presto gli studi per aiutare a far quadrare il bilancio familiare, ho lavorato per anni ed infine mi sono sposata con l’uomo che nel 2000 mi ha donato la luce dei miei occhi, mia figlia Kristal. Divento mamma realizzando il mio sogno più grande credendo di non poter chiedere di più a Dio, quando Kristal compie 18 mesi la portiamo in ospedale perché ancora non camminava, ho smesso di sorridere il 29 novembre 2001, quando la risposta fu: tumore alla testa in fossa posteriore con conseguenza d’idrocefalia, in altre parole accumulo anomalo di fluido cerebrospinale nel cervello. Kristal ad oggi ha dovuto affrontare diversi interventi eseguiti dal neurochirurgo Lorenzo Genitori, non è stato semplice accettare la sentenza, ma con il tempo ho imparato ad alleviare la sofferenza della mia principessa e la mia, abbandonando tutto quello che mi circondava e così facendo ho smesso di lavorare e chiudendomi nel mondo che allora ritenevo solo mio e di Kristal decisi di chiedere a mio marito la separazione. Oggi Kristal ha 8 anni e nonostante gli interventi eseguiti pur avendo un dottore che io reputo formidabile non hanno dato esito buono, lei oggi non ha equilibrio, non riesce a correre, pattinare non va in bagno autonomamente ed ha 3 maestre di sostegno. Tutto questo non le permette di vivere una vita normale come quella dei bambini della sua età, ed oggi percependo la sua realtà mi domanda: mamma perché? Io chino la testa impotente ed incapace di rispondere ai suoi” perché”. Lo Stato, il nostro stato mi penalizza perché a 37 anni la società di cui esso è responsabile non mi permette di rientrare e sottolineo rientrare, nel mondo del lavoro. Oltre al problema della mia età sono penalizzata perché tutelata dalla legge104, essendo mia figlia disabile al 100%, la mia principessa sogna tante cose; vuole andare ad Eurodisney, vuole prendere lezioni di canto, fare le vacanze al mare e solo con l’accompagnamento che percepisce lo stato mi dice che dobbiamo vivere. Io ho fatto tutto quello che umanamente si potrebbe fare per trovare un lavoro ricevendo sempre false promesse, guardo il mio angelo, provo a sorridere le dico che la sua mamma prima o poi realizzerà i suoi desideri a costo di andare sino a Roma ed incatenarmi. Io chiedo perché tutto questo accade in un paese evoluto come il nostro, perché questo stato che spreca ovunque ci lascia in queste condizioni, perché questo grido di dolore diventa un sussurro alle orecchie delle autorità, chiedo semplicemente di poter far vivere in mia figlia quei sogni che da troppo tempo sono costretta a negare, questa lettera l’ho inviata a tutte le istituzioni da quelle del mio paese, alla provincia Piemonte, al Presidente della Repubblica, della Camera e del Senato, a tutti i ministri del governo allora uscente, ma senza alcuna risposta. Mi ha contattata allora il ministro Ferrero offrendosi di contattare il mio sindaco, ma evidentemente non è bastato, un personaggio popolare l’ho ricevuta e grazie a lui qualcosa allora economicamente era cambiata, ho finalmente comprato i mobili per casa che fino allora non avevamo, ho pagato il dentista e l’apparecchio a Kristal, ho preso una macchinina per portarla a scuola che fino allora io portavo nel passeggino e sono andata avanti sino al settembre 2008 con la speranza che un lavoro arrivasse, ma era solo una speranza! Oggi esiste una remota e dico remota possibilità che il dottor Allan Friedman, uno dei neurochirurghi migliori al mondo che opera al Duke, università medical center in America, possa aiutarci nell’impresa di far smettere a mia figlia di soffrire, ma tutto in America si paga ecco perchè oggi mi rivolgo a voi gente comune, perché non sono i potenti ad aiutarmi. Io in un altro paese avrei fatto parte di una categoria protetta, lo stato mi avrebbe aiutata, facilitandomi il compito che il destino mi ha donato...peccato questo stato non sia moderno e funzionale. Poi leggo libri come “la casta”e mi rendo conto quanto siano diversi i ceti sociali, fosse la figlia di qualche politico il problema sarebbe già risolto, ma la mia bambina per loro è un numero non un essere umano, ho bisogno di persone che abbiano una coscienza per aiutarmi, non ho alternative se nessuno mi da un lavoro...qualcuno disse: non domandare quello che il paese può fare per te ma quello che tu puoi fare per il paese, io non me lo domanderò più, so che cambiano governi, ma non cambia niente perciò devo provarci da sola a far cambiare le cose… Scrivetemi: ida.contro@yahoo.it

Ida

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