Come è ben noto, l'attuale repertorio dell'onomastica siciliana riflette assai efficacemente la complessa vicenda politica e sociale della nostra Isola.Ciò si può egualmente sostenere sia per i toponimi, sia per gli antroponimi, gli uni e gli altri consentendo, sia pure per grande approssimazione, una ricostruzione delle linee di svolgimento della storia siciliana, e con essa la individuazione delle molteplici presenze etniche e culturali, e dunque di civiltà e linguaggi i più diversi.In una tale prospettiva occorreranno tuttavia le più grandi cautele.Il fatto stesso di trarre valutazioni di tipo diacronico su base sincronica, cioè da una documentazione onomastica affatto attuale, cela gravi rischi ed esige dunque ogni prudenza.Per quanto attiene all'onomastica personale (oggetto di questo lavoro di Salvatore Rovella) è tutt" altro che agevole, infatti, orientarsi all'interno delle tre componenti fondamentali del sistema antroponimico di Sicilia: quella greca, quella latina, quella normanno-sveva. Per quest'ultima, ad esempio, si pone l'esigenza di distinguere un apporto antico francese o germanico da tutti quegli elementi toscani o italiani settentrionali, di tradizione latina o germanica, penetrati in quel periodo in Sicilia.D'altra parte esistono sia pure in non grande numero, contributi significativi alla conoscenza dell'onomastica personale siciliana.Fondamentale in tal senso è stato l'apporto di Girolamo Caracausi, autore di un monumentale vocabolario toponomastico e antroponomastico, ora pubblicato dal Centro di studi filologici e linguistici siciliani.In un contesto siffatto, questo ricco lavoro di Salvatore Rovella sull'antroponomia siracusana, condotto con passione e anche con rigore pur tra le mille insidie che la materia riserva, va salutato con il più vivo interesse.Ed è anzi auspicabile che Rovella voglia estendere ora il suo impegno al suggestivo campo dei soprannomi — che ai cognomi sono intimamente legati — e dei toponimi, individuabili oltre che nella forma ufficiale, anche in quella popolare, dialettale.È con tale augurio che desidero salutare la pubblicazione di questo significativo contributo ad una migliore conoscenza della storia e della cultura del Siracusano.
Giovanni Ruffino
Università di Palermo