Giovedì 21 ottobre alle ore 18,30 nei locali di galleriaRoma Salvo Sequenzia parlerà di
INTRECCI DI VOCI
IL SUD NELLA NUOVA LETTERATURA
Nel febbraio del 1994, a Napoli, si tenne a Galassia Gutemberg un incontro di scrittori meridionali di più generazioni, ma soprattutto molto giovani. L'incontro aveva per titolo “Narrare il Sud”. Goffredo Fofi nel 1995 dedicherà a questo incontro un interessante saggio dal titolo Narrare il Sud, pubblicato da Liguori con la prefazione di Vincenzo Consolo. L'italianista Daniela Carmosino, docente presso l’Università del Molise, fa risalire a tale convegno la data di nascita di una nuova narrativa meridionale, una sorta di “Nuovo Risorgimento”, a cui la studiosa dedicherà nel 2009 una pregnante e lucidissima analisi confluita nel pamphlet Uccidiamo la luna a Marechiaro. Il Sud nella nuova narrativa, pubblicato da Donzelli.
In quegli anni una nuova generazione di scrittori faceva il suo ingresso nello scialbo parterre letterario italiano: una generazione che, negli anni successivi, si sarebbe affermata prepotentemente grazie a un nuovo modo di “leggere” la realtà e la società italiane e all'adozione di originalissime prospettive narrative e all’uso di nuovi linguaggi.
I risultati di tali esperienze, posti al vaglio ad oltre quindici anni di distanza, appajono variegati e disparati. Si tratta senza dubbio di opere di assoluto rilievo, che hanno avuto il merito di “aggredire” gli stereotipi di una tradizione sfibrata ed hanno affermato nuovi modi di “leggere” e di raccontare non solo il Sud, ma – più estensivamente ed intensivamente – di adoperare una modalità “palombara”, inabissandosi dentro una mutazione sociale che stava “accadendo” a Mezzogiorno, nel resto d'Italia e nel mondo, e di raccontare intus et in cute tale mutazione.
Facendo propria ed assumendo una delle più cospicue e “pesanti” eredità letterarie – Sciascia, Bufalino, Consolo, Ortese, Rea, La Capria, Nigro, Tondelli, De Carlo, Busi, Onofri, Benni – questa nuova generazione letteraria avverte sensibilmente i segni del cambiamento e li traduce in una riflessione teorica che conduce ad una sperimentazione sia formale che tematica, in funzione tanto di un”aggiornamento al presente”, quanto di una potatura del repertorio tematico ereditato dalla tradizione di riferimento, con l'innesto delle più vive esperienze che andavano frattanto maturando negli Stati Uniti, in Sud America, nell'Africa occidentale e in Asia.
Da tale humus fecondissimo germogliano le interessanti e significative esperienze narrative di Livio Romano, Francesco Piccolo, Giulio Mozzi, Montesano, Gaetano Cappelli, Antonio Pascale; e, più tardi, quelle di Ottavio Cappellani, Salvatore Scalia, Massimo Maugeri, Silvana La Spina, Silvana Grasso, Simona Lo Iacono, Veronica Tomassini. Esperienze, queste ultime, che si muovono tra la contingenza del dato reale e la capacità di trasfigurare tale dato in simbolo, in figura, in condizione universale; segnali vitalissimi, irriducibili ad ogni pretesa di categorizzazione; testimonianza di una “urgenza” conoscitiva e demistificante e di una talora “impietosa” tensione gnoseologica, morale.
Dalla recensio dei materiali narrativi si coglie la sperimentazione formale e linguistica (Cappellani, Grasso), il nuovo noir esistenziale (Massimo Maugeri, Turi Scalia), la felice reinvenzione del romanzo storico e metanarrativo (Silvana La Spina, Simona Lo Iacono); l'implacabile e cruda scrittura di denuncia e il reportage narrativo (Veronica Tomassini), capace di dare vita, carne, colore e individualità al fatto di cronaca.
Senza rinunciare alla forza icastica, alla potenza evocativa ed emozionale della parola, al potere conoscitivo della letteratura, né tantomeno alla qualità “deragliante” e “divergente” del discorso narrativo, la letteratura del nuovo Sud rinnega tutte le stimmate di istituzionalizzazione e di codificazione per essere voce ed espressione di una lancinante ed “inaudita”neutralità.
Ne consegue la individuazione di una assoluta specificità di ciascun percorso espressivo, che ribalta l’assunto di una definizione antologizzzante o “canonica” di una “letteratura meridionale” - cristallizzata in una costellazione di temi, di topoi (rassegnazione, vittimismo, fatalismo, rivolta sociale, individualismo) e di caratteri - che porta alla dissoluzione di un approccio geografico alla problematica – la prospettiva localistico/regionalistica di una letteratura campana, siciliana, pugliese, calabrese – e che si orienta piuttosto sul crinale di quella “vocazione”, già appurata da Leonardo Sciascia, che individua il carattere precipuo di una letteratura radicata a un luogo, a un momento storico, a un paesaggio, a un individuo, a una storia, a un istante, eppur capace di divenire voce corale, assoluta, assumendo, nel suo proprium, una molteplicità di punti vista, di prospettive; aprendosi al ventaglio di una prospettiva più vasta, eterogenea ed erratica – talora eretica ed eterodossa. Un felice intreccio di voci che ha dato vita, in quest’ultimo decennio – nella specola di un angolo di provincia d’Europa - ad una delle esperienze più esaltanti maturate nella letteratura dell’età nostra.
Salvo Sequenzia
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero
Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
IL SUD NELLA NUOVA LETTERATURA
Nel febbraio del 1994, a Napoli, si tenne a Galassia Gutemberg un incontro di scrittori meridionali di più generazioni, ma soprattutto molto giovani. L'incontro aveva per titolo “Narrare il Sud”. Goffredo Fofi nel 1995 dedicherà a questo incontro un interessante saggio dal titolo Narrare il Sud, pubblicato da Liguori con la prefazione di Vincenzo Consolo. L'italianista Daniela Carmosino, docente presso l’Università del Molise, fa risalire a tale convegno la data di nascita di una nuova narrativa meridionale, una sorta di “Nuovo Risorgimento”, a cui la studiosa dedicherà nel 2009 una pregnante e lucidissima analisi confluita nel pamphlet Uccidiamo la luna a Marechiaro. Il Sud nella nuova narrativa, pubblicato da Donzelli.
In quegli anni una nuova generazione di scrittori faceva il suo ingresso nello scialbo parterre letterario italiano: una generazione che, negli anni successivi, si sarebbe affermata prepotentemente grazie a un nuovo modo di “leggere” la realtà e la società italiane e all'adozione di originalissime prospettive narrative e all’uso di nuovi linguaggi.
I risultati di tali esperienze, posti al vaglio ad oltre quindici anni di distanza, appajono variegati e disparati. Si tratta senza dubbio di opere di assoluto rilievo, che hanno avuto il merito di “aggredire” gli stereotipi di una tradizione sfibrata ed hanno affermato nuovi modi di “leggere” e di raccontare non solo il Sud, ma – più estensivamente ed intensivamente – di adoperare una modalità “palombara”, inabissandosi dentro una mutazione sociale che stava “accadendo” a Mezzogiorno, nel resto d'Italia e nel mondo, e di raccontare intus et in cute tale mutazione.
Facendo propria ed assumendo una delle più cospicue e “pesanti” eredità letterarie – Sciascia, Bufalino, Consolo, Ortese, Rea, La Capria, Nigro, Tondelli, De Carlo, Busi, Onofri, Benni – questa nuova generazione letteraria avverte sensibilmente i segni del cambiamento e li traduce in una riflessione teorica che conduce ad una sperimentazione sia formale che tematica, in funzione tanto di un”aggiornamento al presente”, quanto di una potatura del repertorio tematico ereditato dalla tradizione di riferimento, con l'innesto delle più vive esperienze che andavano frattanto maturando negli Stati Uniti, in Sud America, nell'Africa occidentale e in Asia.
Da tale humus fecondissimo germogliano le interessanti e significative esperienze narrative di Livio Romano, Francesco Piccolo, Giulio Mozzi, Montesano, Gaetano Cappelli, Antonio Pascale; e, più tardi, quelle di Ottavio Cappellani, Salvatore Scalia, Massimo Maugeri, Silvana La Spina, Silvana Grasso, Simona Lo Iacono, Veronica Tomassini. Esperienze, queste ultime, che si muovono tra la contingenza del dato reale e la capacità di trasfigurare tale dato in simbolo, in figura, in condizione universale; segnali vitalissimi, irriducibili ad ogni pretesa di categorizzazione; testimonianza di una “urgenza” conoscitiva e demistificante e di una talora “impietosa” tensione gnoseologica, morale.
Dalla recensio dei materiali narrativi si coglie la sperimentazione formale e linguistica (Cappellani, Grasso), il nuovo noir esistenziale (Massimo Maugeri, Turi Scalia), la felice reinvenzione del romanzo storico e metanarrativo (Silvana La Spina, Simona Lo Iacono); l'implacabile e cruda scrittura di denuncia e il reportage narrativo (Veronica Tomassini), capace di dare vita, carne, colore e individualità al fatto di cronaca.
Senza rinunciare alla forza icastica, alla potenza evocativa ed emozionale della parola, al potere conoscitivo della letteratura, né tantomeno alla qualità “deragliante” e “divergente” del discorso narrativo, la letteratura del nuovo Sud rinnega tutte le stimmate di istituzionalizzazione e di codificazione per essere voce ed espressione di una lancinante ed “inaudita”neutralità.
Ne consegue la individuazione di una assoluta specificità di ciascun percorso espressivo, che ribalta l’assunto di una definizione antologizzzante o “canonica” di una “letteratura meridionale” - cristallizzata in una costellazione di temi, di topoi (rassegnazione, vittimismo, fatalismo, rivolta sociale, individualismo) e di caratteri - che porta alla dissoluzione di un approccio geografico alla problematica – la prospettiva localistico/regionalistica di una letteratura campana, siciliana, pugliese, calabrese – e che si orienta piuttosto sul crinale di quella “vocazione”, già appurata da Leonardo Sciascia, che individua il carattere precipuo di una letteratura radicata a un luogo, a un momento storico, a un paesaggio, a un individuo, a una storia, a un istante, eppur capace di divenire voce corale, assoluta, assumendo, nel suo proprium, una molteplicità di punti vista, di prospettive; aprendosi al ventaglio di una prospettiva più vasta, eterogenea ed erratica – talora eretica ed eterodossa. Un felice intreccio di voci che ha dato vita, in quest’ultimo decennio – nella specola di un angolo di provincia d’Europa - ad una delle esperienze più esaltanti maturate nella letteratura dell’età nostra.
Salvo Sequenzia
Organizzazione e Direzione: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Ingresso Libero
Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com