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mercoledì 10 febbraio 2010

A proposito di case iacp occupate abusivamente

Si è rivolta allo Sportello dei diritti, tramite il suo legale Avv. PiergiorgioProvenzano, una anziana leccese, raccontando la sua incredibile quanto emblematica storia.
Nel mese di gennaio 2005, dopo una lunga attesa (la domanda risaliva al 1999), l’Ufficio casa del Comune di Lecce comunicava alla signora R.R. che era divenuta assegnataria di un alloggio popolare, che però l’interessata non potè visionare in quanto le porte dell’immobile erano ancora murate a titolo cautelativo per evitare occupazioni abusive.
Successivamente la signora veniva contattata dall’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI dove provvedeva, previo versamento dei relativi oneri, alla sottoscrizione del contratto di locazione. Con sua grande sorpresa, però, recandosi sul luogo per prendere possesso dell’immobile, verificava che lo stesso era stato occupato abusivamente. Da allora si instaurava un estenuante rimbalzo di responsabilità tra COMUNE DI LECCE e ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI, e ciascun Ente, dichiarando a parole la propria massima disponibilità e buona volontà per risolvere il problema, di fatto non faceva nulla, addebitando all’altro ente la responsabilità per il protrarsi della situazione.
Sta di fatto che la signora R.R. ha dovuto rivolgersi ad un avvocato ed oggi, dopo cinque anni, nonostante
1. un provvedimento d’urgenza del TRIBUNALE DI LECCE che impone allo IACP di compiere tutte le attività necessarie a consentire alla signora R.R. il godimento dell’immobile,
2. un procedimento penale pendente a carico degli occupanti abusivi,
3. un giudizio civile pendente innanzi il TRIBUNALE DI LECCE per l’adempimento del contratto di locazione ed il risarcimento del danno,
la signora R.R. ancora vive nell’appartamento a canone di mercato nel quale abitava, e non sa quando potrà vedere realizzato il suo sogno di poter avere una casa popolare ad un prezzo per lei accessibile!
E’ IMPORTANTE SOTTOLINEARE CHE LA SIGNORA R.R. VIVE OGGI CON UNA PENSIONE DI POCO PIU’ DI SEICENTO EURO AL MESE E CHE IL CANONE CHE OGGI PAGA A PREZZO DI MERCATO AMMONTA A CIRCA QUATTROCENTO EURO, MENTRE IL CANONE DELL’ALLOGGIO POPOLARE SAREBBE DI CIRCA VENTI EURO AL MESE!!!
Senza entrare nel merito della questione giudiziaria, che a causa della lentezza della giustizia civile rischia di produrre un risultato quando la signora R.R., che oggi ha 80 anni, non ci sarà più, e di tale risultato beneficeranno forse i suoi eredi, rileviamo come sia assurdo che, in cinque anni, il COMUNE DI LECCE e lo IACP non siano riusciti a risolvere il problema, e non siano stati in grado di reperire un altro alloggio da assegnare alla signora R.R.
Ancora una volta la burocrazia vince sul diritto ma, fatto ancora più grave, la prepotenza vince sulla legalità, perché allorquando l’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI sembrava deciso ad attivarsi ed aveva iniziato la procedura per lo sgombero dell’appartamento dagli abusivi è stato bloccato dal COMUNE DI LECCE che, nell’aprile scorso, chiedeva un po’ di tempo per poter trovare una soluzione alternativa per l’alloggio degli occupanti abusivi!
OGGI, DOPO QUASI UN ANNO, NON SI HANNO PIU’ NOTIZIE DI TALI SOLUZIONI ALTERNATIVE, E, MENTRE GLI ABUSIVI CONTINUANO A GODERE DELL’ALLOGGIO, LA SIGNORA R.R. ED I SUOI DIRITTI VENGONO DIMENTICATI.
Il sottoscritto Giovanni D’AGATA, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, non può che stigmatizzare questo comportamento, inaccettabile da parte di ENTI pubblici, che devono essere i primi a rispettare e far rispettare le leggi, ed invita pertanto il COMUNE DI LECCE a rimuovere ogni ostacolo che si frappone nell’esecuzione del provvedimento di rilascio contro gli abusivi; invita l’ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI a dare pronta esecuzione al provvedimento del Tribunale.
In ogni caso, ci domandiamo:
MA E’ TANTO DIFFICILE PER IL COMUNE DI LECCE REPERIRE UN APPARTAMENTO ALTERNATIVO TRA I TANTI ALLOGGI DI RISULTA O TRA QUELLI DI NUOVA REALIZZAZIONE?
E’ POSSIBILE CHE, IN CINQUE ANNI, NON SE NE SIA PRESENTATO NEANCHE UNO? CI RENDIAMO CONTO CHE TANTA INEFFICIENZA FAVORISCE L’ILLEGALITA’?
Amaramente siamo costretti ad ammettere che è proprio vero che nella pubblica amministrazione la buona volontà è merce rara, specialmente se deve servire a tutelare i più deboli.

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