Edito da Dante & Descartes, “I giardini rosminiani” è il memoriale di Almerico Realfonzo, che ripercorre l’intensa esperienza di vita vissuta alla fine del secondo conflitto mondiale, a Domodossola, nel '43-44, tra gli albori della Resistenza e la vigilia della Repubblica partigiana, fino agli ultimi fuochi della guerra civile, a Milano, tra l'autunno del '44 e la Liberazione.
Ingegnere, professore universitario, autore di numerosi testi scientifici, Almerico Realfonzo torna, oggi, agli antichi amori letterari, pubblicando I giardini rosminiani, tra memoria storica e autobiografia.
L’opera è un lungo racconto che ripercorre le intense esperienze di vita vissuta dall'autore, allora giovanissimo, alla fine del secondo conflitto mondiale, tra la Val d’Ossola e Milano, negli anni 1943-1945, tra gli albori della Resistenza e la vigilia della Repubblica partigiana.
Attraverso una prosa «affascinante ed evocativa, di forte suggestione, e insieme dotata di una precisione “tecnica”, un nitore da ingegnere-umanista» – scrive lo storico Guido D’Agostino nella sua Prefazione – Realfonzo consegna al lettore «un percorso di vita, con al centro l’iniziazione a un rapporto peculiare con la storia, la vita, la politica; un percorso individuale, certo, ma che ben può fotografare, per così dire, un più vasto e comune sentire, di giovani e giovanissimi italiani e italiane, di sessant’anni fa, e che oggi hanno voglia, possibilità e urgenza di parlare a tutti noi».
“Un'atmosfera indescrivibile, quella di Domo '43-44”, dice Realfonzo, “che mescolava l'oppressione politico-militare, l'incombente presenza dei tedeschi e delle milizie fasciste, la violenza che praticavano, il senso di morte della patria, alle notizie sulla guerra dei ragazzi partigiani che vivevamo come speranze di liberazione e di riscatto. Un clima che esaltava, per contrasto, i piccoli valori del quotidiano, le amicizie, gli amori giovanili, i pochi piaceri: il cinema, le gite in comitiva, le feste comandate. E poi, forse, un senso di avventura e, insieme, di frontiera, quello che chiamo il “sembiante cinematografico” di quell'epoca e di quei luoghi, che mi restituiscono le immagini della Domo di quegli anni, il suo clima, come, appunto, un luogo di frontiera, di transito e insieme di rifugio, ai margini della grande storia che si svolgeva in Europa e nei mondo”. “Quanto all a straordinaria avventura della Repubblica dell'Ossola”, aggiunge, “credo che nessuna ricostruzione possa renderne il clima meglio di una “frase incandescente” di Gianfranco Contini di Domodossola entra nella storia: “Chi è stato nell'Ossola fra il settembre e l'ottobre '44 ha veramente respirato l'aria esilarante della libertà”.
Il libro sarà presentato dai Professori Guido D'Agostino ed Aldo Trione, il 26 novembre, a Napoli, nella prestigiosa sede dell'Istituto Italiano per gli studi filosofici, Palazzo Serra di Cassano, via Monte di Dio (ore 17). Successivamente sarà presentato, nelle principali città italiane.
Almerico Realfonzo
I Giardini Rosminiani
Libreria Dante & Descartes, Napoli
pp.127, € 12
Per ulteriori informazioni:
website: http://www.igiardinirosminiani.com
mailto: igiardinirosimiani@gmail.com