JP BAND – Jazz Poetry: LE NOTE RICHIAMANO VERSI di Domenico Cipriano, poesie Enzo Marangelo, voce Enzo Orefice, pianoforte e musiche originali e con Marco De Tilla, contrabbasso Lorenzo Petruzziello, batteria
Il progetto “JP band” nasce dall’idea comune del poeta Domenico Cipriano, del musicista Enzo Orefice e dell'attore Enzo Marangelo. Un progetto culminato con la pubblicazione del CD dal titolo “JP band: Le note richiamano versi” (Abeat records), con la sezione ritmica di Piero Leveratto ed Ettore Fioravanti, e una distribuzione internazionale.
La performance live è un concerto che fonde jazz, poesia e teatro sperimentale. In scena, 5 elementi: il poeta Domenico Cipriano, l'attore Enzo Marangelo, il trio del pianista Enzo Orefice (piano, basso e batteria).
Le musiche originali scritte per la “JP band” da Enzo Orefice, pianista e compositore molto apprezzato per la purezza cristallina ed essenzialità delle sue melodie, presentano brani delicati ed intriganti, intervallati ad altri dove il ritmo è protagonista e la voce fa emergere gli aspetti fonetici della parola che, nelle poesie di Cipriano, scelte privilegiando le tematiche proprie della jazz-poetry, rispecchiano la costruzione di un “assolo” con note e sillabe legate tra loro, in un preciso sistema di regole. Si realizza in questo modo una fusione tra parola e musica senza scadere nella canzone, né nella teatralizzazione della parola, ma restando sempre in equilibrio tra la “purezza” del jazz e la “purezza” della poesia.
Il trio di Enzo Orefice (per questa occasione completato dalla sezione ritmica di Marco De Tilla al contrabbasso e Lorenzo Petruzziello alla batteria), ha una impostazione modernissima e capace di catturare tutte le sfumature dei testi poetici di Domenico Cipriano, guidando o seguendo la voce affascinante e ritmica del versatile Enzo Marangelo, che offre la sua esperienza di ricerca e sperimentazione teatrale contemporanea, fondendosi in modo impeccabile col trio.
“Se anche la musica si pone come il codice più profondo e misterioso, come generalmente si sostiene, accade dunque che essa cerchi analogie in altri linguaggi, per arricchire il proprio e tentare nuove sintesi espressive. Ciò avviene ovviamente anche nell’universo del jazz, musica la cui tensione ritmico-melodica costituisce un’ardua ma stimolante sfida alle leggi della prosodia. Il progetto della “JP Band” di Domenico Cipriano, Enzo Marangelo ed Enzo Orefice, nasce all’interno di queste coordinate, sviluppando un percorso unitario, ma segmentato in più brani di diversa campitura. Ai testi, che sottraendosi alle convenzioni metriche, accentuano gli aspetti fonici di un versificare ricco di iterazioni e assonanze, corrisponde una musica svelta ed essenziale, sempre attenta ai cambi d’atmosfera, che dialoga con la voce recitante in un gioco di continui rimandi. Ed è questo gioco a riuscire vincente: lasciando che si producano gli spazi del sentire individuale, che garantiscono la tenuta d’assieme, la musica riesce non solo a farsi ascoltare, ma in modo abbastanza inusuale mostra anche di voler ascoltare. Sia perché le voci si ascoltano fra loro: quella dei testi con quella recitante e quella degli strumenti, sia perché coinvolgono l’ascoltatore interrogandone la sensibilità sotto il profilo acustico e intellettuale.
«Comparsa e protagonista» come recita una delle liriche, la sinergia delle voci riesce così a intrigare tanto gli appassionati della musica sincopata quanto i cultori della parola poetica.” (dalla presentazione al CD di Giorgio Rimondi).
Il progetto “JP band” nasce dall’idea comune del poeta Domenico Cipriano, del musicista Enzo Orefice e dell'attore Enzo Marangelo. Un progetto culminato con la pubblicazione del CD dal titolo “JP band: Le note richiamano versi” (Abeat records), con la sezione ritmica di Piero Leveratto ed Ettore Fioravanti, e una distribuzione internazionale.
La performance live è un concerto che fonde jazz, poesia e teatro sperimentale. In scena, 5 elementi: il poeta Domenico Cipriano, l'attore Enzo Marangelo, il trio del pianista Enzo Orefice (piano, basso e batteria).
Le musiche originali scritte per la “JP band” da Enzo Orefice, pianista e compositore molto apprezzato per la purezza cristallina ed essenzialità delle sue melodie, presentano brani delicati ed intriganti, intervallati ad altri dove il ritmo è protagonista e la voce fa emergere gli aspetti fonetici della parola che, nelle poesie di Cipriano, scelte privilegiando le tematiche proprie della jazz-poetry, rispecchiano la costruzione di un “assolo” con note e sillabe legate tra loro, in un preciso sistema di regole. Si realizza in questo modo una fusione tra parola e musica senza scadere nella canzone, né nella teatralizzazione della parola, ma restando sempre in equilibrio tra la “purezza” del jazz e la “purezza” della poesia.
Il trio di Enzo Orefice (per questa occasione completato dalla sezione ritmica di Marco De Tilla al contrabbasso e Lorenzo Petruzziello alla batteria), ha una impostazione modernissima e capace di catturare tutte le sfumature dei testi poetici di Domenico Cipriano, guidando o seguendo la voce affascinante e ritmica del versatile Enzo Marangelo, che offre la sua esperienza di ricerca e sperimentazione teatrale contemporanea, fondendosi in modo impeccabile col trio.
“Se anche la musica si pone come il codice più profondo e misterioso, come generalmente si sostiene, accade dunque che essa cerchi analogie in altri linguaggi, per arricchire il proprio e tentare nuove sintesi espressive. Ciò avviene ovviamente anche nell’universo del jazz, musica la cui tensione ritmico-melodica costituisce un’ardua ma stimolante sfida alle leggi della prosodia. Il progetto della “JP Band” di Domenico Cipriano, Enzo Marangelo ed Enzo Orefice, nasce all’interno di queste coordinate, sviluppando un percorso unitario, ma segmentato in più brani di diversa campitura. Ai testi, che sottraendosi alle convenzioni metriche, accentuano gli aspetti fonici di un versificare ricco di iterazioni e assonanze, corrisponde una musica svelta ed essenziale, sempre attenta ai cambi d’atmosfera, che dialoga con la voce recitante in un gioco di continui rimandi. Ed è questo gioco a riuscire vincente: lasciando che si producano gli spazi del sentire individuale, che garantiscono la tenuta d’assieme, la musica riesce non solo a farsi ascoltare, ma in modo abbastanza inusuale mostra anche di voler ascoltare. Sia perché le voci si ascoltano fra loro: quella dei testi con quella recitante e quella degli strumenti, sia perché coinvolgono l’ascoltatore interrogandone la sensibilità sotto il profilo acustico e intellettuale.
«Comparsa e protagonista» come recita una delle liriche, la sinergia delle voci riesce così a intrigare tanto gli appassionati della musica sincopata quanto i cultori della parola poetica.” (dalla presentazione al CD di Giorgio Rimondi).