Novara, 6 ottobre 2008. Il V NovaraCineFestival si conclude con la vittoria di due pellicole straniere per le sue sezioni principali (Scenari Orizzonali e Altri Territori). Sono infatti il tedesco Drei Reisende (Tre viaggiatori) e lo spagnolo Traumalogìa (Traumatologia) a portarsi a casa i due premi più prestigiosi del festival.
Queste le motivazioni della giuria, che ricordiamo essere composta dal critico cinematografico Giancarlo Grossini, la giornalista Barbara Sorrentini, il regista Attilio Azzola, l'attrice Anita Kravos e il musicista Walter Lupi: Drei Reisende di Jan Thuring (Germania), miglior film sezione "scenari orizzonatli", per la ricerca di un linguaggio cinematografico affidato ad efficaci caratterizzazioni dei personaggi, e in grado di sviluppare un racconto con il solo contributo delle immagini, in tono di scanzonata poesia. Traumalogìa di Daniel Sànchez Arévalo (Spagna), miglior film "altri territori", per il corposo affresco corale che mescola realtà a paradosso nella rappresentazione di un variegato microcosmo famigliare al quale non manca l'eccentricità e la capacità di un sorprendente rinnovamento. Tutto nel pieno controllo della narrazione.
Il premio come migliore attore è andato all'italianissimo e bravissimo Giuseppe Cederna, protagonista di Veglia di Michele Rho (Italia), premiato per la capacità di rendere percepibili emozioni e tormenti interiori in un efficace equilibrio fra le intermittenze di cuore e di mente. Gli fa da spalle la migliore attrice, ancora un'italiana, Antonella Bavaro, già nota al grande pubblico per la sua presenza in fiction televisive, e per la sua partecipazione all'ultimo film di Pupi Avati Il papà di Giovanna, che al NovaraCineFestival vince con L'oro rosso di Cesare Fragnelli (Italia), per l'interpretazione vigorosa e intensa impiegata in un particolare lavoro di disvelamento di una emotività nascosta.
Si ritorna fuori dai confini di Stato per i premi al miglior montaggio e alla miglior fotografia. Il primo se lo aggiudica Nikolaj Hartmann per Security di Lars Henning (Germania), per la scelta accurata dei tempi che riescono a imporre fluidità a un racconto in cui l'effetto sorpresa viene determinato con semplicità studiatissima; il secondo è andato a Ibon Antuñano per Las horas muertas (Le ore morte) di Haritz Zubillaga (Spagna), per l'uso della luce come scrittura di una storia suggerita in un gioco di rimandi emotivi al servizio di un superamento della piattezza naturalistica.
Miglior regista under 30 è stato giudicato Fabio Mollo (Italia) con il suo già molto apprezzato in numerosi festival Giganti, per la capacità di sviluppare un discorso con immagini che non solo raccontano una storia, ma che vanno anche in direzione di ricerche su radici etnico-antropologiche-sociali, senza dimenticare l'espressività naturale del paesaggio.
Infine miglior musica originale a Mario Mariani per Sotto il mio giardino di Andrea Lodovichetti (Italia), per l'evidente maturità compositiva messa a disposizione della storia, sottolineando in modo significativo la natura ludico indagativa del protagonista. Un equilibrio tra forza tematica e composizione minimale.
Anche la giuria Scuole, Laboratorio e Panorama, composta da Giacomo de Mas, Enrico Terrone, Maria Consuelo Vignarelli, Antonella Ferrari e Sandro Callerio, si è espressa a favore di italiani e stranieri. Il premio al miglior corto della sezione "scuole" è andato a La battaglia di Jessica proveniente dall' Itis Leonardo Da Vinci di Carate Brianza (MI). Sono invece due i film che hanno portato a casa il premio per il miglior corto della sezione "laboratorio": Murgia - Un viaggio intorno alla memoria di Cosimo Terlizzi (Italia) - che si aggiudica anche il premio dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Novara e Vco - , per la capacità di combinare con acume e ironia gli schemi del documentario didattico e le poetiche del road-movie, attraverso l'interazione fra l'impeccabile voce fuori campo femminile e la stralunata presenza scenica del personaggio maschile. Spiega e rivela origine e attualità di una parte del nostro paese dimenticata e lasciata a se stessa; e Sold Out, di Marie Josè van der Linden e Gerrit van Dijk (Paesi Bassi), per la commemorazione dei piccoli esercizi commerciali annichiliti dall'ascesa della grande distribuzione si compie attraverso invenzioni grafiche che rievocano il passato con immagini vivide e trasognate, capaci di accarezzare la nostalgia senza cadere negli eccessi della retorica. Un abile gioco di tecnica che rapisce e coinvolge.
Premio al miglior corto della sezione di fiction Panorama va a Mantra d'attesa di Vieri Brini ed Emanuele Policante (Italia), per il modo in cui affronta con salutare cattiveria il tema del rapporto fra anziani e giovani nell'Italia contemporanea, conferendo eccezionale forza allegorica allo spazio apparentemente quasi astratto della sala d'attesa; alla riuscita del film contribuiscono la bravura dell'attore in una performance composta esclusivamente di piani d'ascolto, l'uso rigoroso del fuori campo e la scelta calibratissima della canzone finale.
Un bilancio positivo, che parla di un cinema corto di grande qualità, di libertà, di respiro ampio e voglia di raccontare. Pellicole che siamo certi viaggeranno ancora a lungo nei festival di tutto il mondo e che a Novara hanno trovato i loro minimo 2 massimo 25 minuti di gloria.
L'appuntamento è con i vincitori del NovaraCineFestival targato 2009.