Uno spettacolo di grandi emozioni, quello che Fiorella Mannoia, una delle voci italiane più sensuali ed originali di sempre , ha presentato ieri nel Fossato del Castello di Barletta, per la promozione del suo nuovo lavoro discografico “Onda Tropicale”.Concerto iniziato con circa mezz’ora di ritardo non dovuto all’artista ma ad un inizio di pioggia subito terminata ,non poteva essere altrimenti nella notte di San Lorenzo … quando cadono le stelle e si esprimono desideri.L’interesse per il Brasile, terra di forti contrasti, di malinconia e di allegria, di spiritualità ma anche di materialismo, ha spinto l’interprete romana ad incidere un disco che rende omaggio alla musica ”carioca”. “Onda Tropicale” è la realizzazione di un sogno che la Mannoia accarezzava da tempo, un disco dettato da una grande passione che risale a qualche anno fa dopo l’incontro con Chico Buarque De Hollanda di cui interpretò il brano “ Oh che sarà” tradotto in italiano e cantato con Ivano Fossati.Di qui le collaborazioni con altri importanti artisti brasiliani quali Jorge Ben Jor, Gilberto Gil e Caetano Veloso.Un viaggio all’interno di un universo sonoro che sembra appartenere all’anima musicale di Fiorella Mannoia, capace di affrontare con sensibilità e grandi doti interpretative il repertorio più vasto della poesia brasiliana. Con l’album “ Onda Tropicale”, contenente undici brani selezionati minuziosamente dal vasto repertorio brasiliano, ciascuno cantato a due voci insieme ad un grande artista del luogo, la Mannoia ha concretizzato la sua grande passione.Sul palco con lei ad accompagnarla nel lungo tour, l’immancabile Piero Fabrizi alle chitarre, ideatore del progetto discografico ma anche arrangiatore e produttore artistico dell’intero concerto, Elio Rivagli (batteria e percussioni), Luca Scarpa (pianoforte e tastiere), Dario Deidda (bassi elettrici, contrabbasso ed armonica), Diego Borotti(sax e flauti), Marco Brioschi (tromba e flicorno), Carlo Di Francesco (percussioni), Bruno Giorda:na (sax, fisarmonica e tastiere), Isabella Casucci e Roberta Granà (cori) .Prima canzone in scaletta è “Aguaplano”, brano di Paolo Conte, per poi proseguire con due brani del suo ultimo lavoro discografico : “ Cravo e Canela” di Milton Nascimento e “ 13 di Maggio 1988” di Caetano Veloso . Questa canzone fu scritta dall’artista brasiliano proprio per celebrare la ricorrenza della fine della schiavitù, condizione questa, come asserisce la Mannoia, non ancora debellata nel nostro paese, basti pensare alle condizioni disumane di molti lavoratori, costretti a lavorare nei campi di raccolta o nelle fabbriche, per salari poverissimi e senza alcuna tutela o ancora alle donna spesso vittime di soprusi.Alle “ donne in difficoltà” Fiorella Mannoia dedica “ Caterina e coraggio” , tra atmosfere latineggianti e venature jazz, per poi proseguire con “Senza Paura”, omaggio alla grande Ornella Vanoni. Il concerto prosegue in un crescendo di emozioni, tra bossanova, fiati r & blues e samba, con “Oh che sarà”, “ Panama” arrangiata in versione reggae ,” I treni a vapore” e la toccante e malinconica ” C’è tempo”, omaggio al grande cantautore e amico di sempre Ivano Fossati, a chiusura della prima parte del concerto.Si riprende poi, con altri due brani tratti dall’ ultimo album con ritmiche latineggianti e samba: “Kabula le le” nel quale si evocano certe atmosfere del carnevale bahiano e “ Mama Africa” di Chico César. Bellissima la versione di “ Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, cantautore anch’egli appassionato al mondo musicale brasiliano e di “ Canzoni e momenti”, il cui testo di Milton Nascimento, tradotto poi italiano, sembra esprimere al massimo il magico rapporto che si instaura tra i musicisti ed il pubblico durante le performance live.La dolcezza della voce della Mannoia, sembra trasportare l’ascoltatore in una dimensione surreale, la platea si scalda, a volte ballando sui ritmi caraibici, a volte duettando con la stessa Mannoia, acclamando ben tre bis nei quali l’artista romana renderà omaggio a tre grandi cantautori italiani, interpretando magistralmente “ Sally” (Vasco Rossi), “Il cielo d’Irlanda”(I.Fossati) e “Quello che le donne non dicono” (Enrico Ruggieri).
Claudia Mastrorilli
Claudia Mastrorilli