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venerdì 18 giugno 2010

I vincitori del concorso letterario di Villa Petriolo, edizione 2010, LA GAIA MENSA




Il 15 giugno, da bando, sono stati proclamati i vincitori della quarta edizione del concorso letterario dell'azienda vinicola di Silvia e Simona Maestrelli VILLA PETRIOLO, a Cerreto Guidi (Firenze), sulle colline del Montalbano. Il 1° luglio, prevista la cerimonia di premiazione de "LA GAIA MENSA. Di vino sincero pani condimenti e fuochi ardenti".


La casa, o la dimora, che la lingua ci offre, è un luogo molto più prossimo all'esperienza della traduzione che a quella del radicamento o dell'appartenenza. Ogni volta che parliamo, o scriviamo, non facciamo che tradurre in un universale un'esperienza singolare: (...); la narrazione (di sé) – direbbe Ricoeur – comporta sempre un elemento di finzione, un giro lungo che è anche allontanamento da sé, esilio o alienazione. C'è qualcosa che rimane inspiegabile – una "piega", appunto, o una "rimarca" – nell' "articolazione enigmatica" tra universale e singolare. Ma è proprio lì che noi abitiamo, nella sconnessione che accompagna invisibilmente la congiunzione.
Da "Il monolinguismo dell'altro" di Jacques Derrida




Anche quest'anno festeggiamo i vincitori e tutti gli autori del concorso letterario di Villa Petriolo - azienda vinicola di Cerreto Guidi (Firenze) - giunto nel 2010 alla quarta edizione.

I racconti sono bellissimi, originali, divertenti, commoventi. La nostra giuria - che ringrazio di cuore per la passione e la cura con cui ha trattato le parole dei nostri autori, soprattutto nella fase finale della selezione, coordinata da Edoardo Vigna, giornalista de Il Corriere della Sera, e dal critico cinematografico Enrico Ghezzi - ha avuto un bel daffare per selezionare i vincitori!

Ma oggi, dopo delicata ed attenta cernita, poiché trattasi comunque di una gara, proclamiamo, come da bando, il vincitore: le nostre felicitazioni ad Antonio Giordano, vincitore del quarto concorso letterario di Villa Petriolo "La gaia mensa. Di Vino sincero pani condimenti e fuochi ardenti"!

Il suo racconto, "Felicetta", è stato scelto come primo classificato dalla giuria di Villa Petriolo: il prof. Antonio Giordano, classe '37, ha all' attivo la Targa d'argento della Città di Palermo, oltre ad aver ricevuto la benemerenza civica per meriti culturali e artistici, conferita dalla Provincia Regionale di Palermo. Socio Onorario dell'Unione Nazionale Scrittori ed Artisti, dopo aver svolto l'attività di dirigente scolastico ordinario presso il Liceo Scientifico Statale G. Galilei di Palermo, ha insegnato alla Scuola Polo Interregionale per l'Educazione al Teatro e "Drammaturgia Applicata" presso l'Università "U.E.t.l."di Palermo; Presidente dell'Associazione culturale "Scena Aperta", è stato esperto di pedagogia teatrale presso "Accademia Nazionale d'Arte Drammatica S. D'Amico" di Roma. Antonio Giordano è scrittore drammaturgo, critico teatrale e musicale del quotidiano "La Sicilia" di Catania.

Questa, per il conferimento del primo premio a "Felicetta", la motivazione redatta dal Presidente di giuria, il critico cinamatografico Enrico Ghezzi:

"Felicetta. Che fa rima con ricetta. Felice ricetta. Con felicita' diretta e semplice, l'autore gioca le infinite e allegre declinazioni e mutazioni della pasta, portandola a una bollitura mai scotta in cui lo scambio tra materie e codici, cibo e sesso, corpo e fantasma, avviene con serena distensione, in una ricettivita' cinica che tinge infine di un sapore cinerino lo sfavillio povero dei gusti".

Tanti tanti complimenti ad Antonio per la sua splendida "Felicetta" e la ricetta della "Pasta c'a muddhica" (o Pasta col pangrattato).

Ecco, a seguire, i vincitori del secondo e terzo premio...con un regalo speciale per loro (e per noi!), la lettura per voce di Enrico Ghezzi (http://divinando.blogspot.com/2010/06/i-vincitori-del-quarto-concorso.html):

Secondo premio a "Fossili" di Sara Beinat (Valvasone, Pordenone).

Sara Beinat nasce nel 1981 in Germania da una famiglia di gelatai emigranti e all'età di tre anni ritorna nell'originario Friuli. Impara a leggere a cinque anni, a sette inizia a scrivere raccontini e da allora non ha mai smesso. Laureata al Dams dell'Università di Udine, ora frequenta l'Accademia teatrale Città di Trieste.



Terzo premio, ex aequo, a "La scarpaccia" di Fabrizio Giunta (Signa, Firenze) e "Il filtro magico di Vitale" di Michele Raul Trojano (Pozzuoli, Napoli).

Fabrizio Giunta, nato nel 1950 a Camaiore (Lucca), è pensionato ed abita a Signa (Firenze). La ricetta protagonista del racconto è "la Scarpaccia della Saida". La Saida è la madre di Fabrizio, 95 anni compiuti!

Michele Raul Trojano è nato nel 1968 a Napoli e risiede a Pozzuoli.




Racconti segnalati:

4) "Tutto quanto basta" di Collettivo Krommyon Bliton (Serena Cambareri, Alessio Cannarozzo, Nicolò Guidotti, Alberto Franzin e Luca Frascarolo, Torino)
5) "Sale. Carne mia, carne tua" di Cristina Trinci (Castelfiorentino, Firenze)
6) "A Emile Zola Aix en Provence, luglio 1900" di Loretta Geslao (Teramo)
7) "Il Medhni di mia sorella" di Marzia Cikada (Velletri, Roma)
8) "Interiora" di Serena Gentilhomme (Besançon, Francia)
9) "Rossamaro d'amore" di Simona Moraci (Messina)
10) "Il minestrone della vedova" di Aurora Borselli (Lucca).





Nelle MOTIVAZIONI di Enrico Ghezzi la sintesi del giudizio espresso dalla giuria:

"Fossili. Una ronde leggera ma senza fiato, dove la lingua passa quasi inosservata, una folata di vento che fa volar via le briciole le maschere, un catalogo cecoviano di desideri inattuati, tracce di destini sfiorati e spazzolati dal picnic, il girotondo finisce e neanche un temporale avviene.
La scarpaccia. La lingua cerca una cadenza da cantastorie, tenendoti all'ascolto in un'aura di ricchezza povera, oscillando tra persona leggendaria e sapienza dell'orto. Reduci da crimee di favola, leggiamo con passo doppio anche noi. Bambini, la ricetta si tramanda e racconta per la nostra attesa, si ripete e dissolve nelle orecchie golose.
Il magico filtro di Natale. Buffo 'racconto di natale', o sogno di una notte di mezzo film, deforma e sganghera con parola irriverente una 'storia di cinema' famosa e improbabile. Un irresistibile Filicudi (mai) girato da Tina Pica a Filicudi, o una cernia (o cefalo, o sarago)anno zero, annamagnani strega che puo' solo nuocersi e intrigarci consegnando un filtro che e' sugo per spaghetti magici. Tra volgarita' e licenze, un'ingridbergman afflitta dai brontolii di fame del maestro, ma anche il registro malinconico, con l'innamorato neorealista che diventa svagato distaccato straniato.
Tutto quanto basta. Non basta mai, invece, e il testo magnifico si ingozza della propria lingua, salmistrandosi in piu' modi fino a farsi giocare e bambinescamente sfigurare, perdendosi q.b. fino a far risuscitare il morto. La ricetta: tutto quanto basta fino a che nulla basti.
Sale. Carne mia, Carne tua. Sale di sapori e di odori, l'incanto di un piccolo cantico dei cantici che si costruisce in trasmutazione lirica tra letto e cucina.
A Emile Zola Aix en Provence, luglio 1900. Dove si scopre, e a tratti direttamente vi si assiste, il lavoro del colore, i pigmenti che passano di sostanza in sostanza, di corpo e terra in tela e in parola.
Il Medhni di mia sorella. Un pranzo rituale, con posti lasciati vuoti apposta, e vuoti tra le sillabe lascia la finta balbuzie, e profumi resine zenzeri convertono l'assenza in presenza.
Interiora. Qui il rito e' etrusco misterioso ancestrale. E prova a indovinare lingua e carne del sacrificio, mescolandole per rievocare e scongiurare l'ombra e l'assenza..
Rossamaro d'amore. Un tradimento che si tradisce, e il gusto del presente che si consuma croccante fresco in abbandono duale all'alchimia del cucinare e dell'essere cucinati diventa ritmo del rimpianto.
Il minestrone della vedova. Storia discreta e provinciale di un riflesso. Oltre l'occhio dei fagioli, oltre il crescere automatico della necessita' frivola omicida. Contro il morto nel letto, il vizio dell'assaggiarsi".



Premio sezione speciale "Il vino dell'amicizia" - Scuola Enriques di Castelfiorentino - a "Tutto finì con Zach" di Virginia Gianchecchi (Castelfiorentino, Firenze).

Premio sezione speciale "Premio internazionale del Montalbano" a L. Angel Naya per "Il senso di Pedro ...e la tavola servita per l'amore" (Chubut, Argentina).

Premio contributo multimediale a "La gaia mensa": Annalisa Nesti per il video fotografico "La ricetta dei ricordi" (Prato).


Il bando 2010 del concorso letterario dell'azienda vinicola di Cerreto Guidi (FI), ideato da Silvia Maestrelli e coordinato da Diletta Lavoratorini, ha festeggiato il piacere. Di cucinare, mangiare insieme. Cibi, parole. Divertendosi a mescolare. Ingredienti, metafore. Frequentato da sempre in letteratura o sulle tavole del palcoscenico, il paragone tra la cucina ed il linguaggio risale all'origine della specie umana: entrambi sono mezzi per esprimere la propria identità culturale, strumenti per autorappresentarsi e comunicare; quale eccezionale dispositivo anche per mediare fra culture differenti, in cucina si può sperimentare qualsiasi contaminazione, ogni fantasia.

Il concorso si pregia della collaborazione e del contributo della Regione Toscana e del Patrocinio ed il supporto del Comune di Cerreto Guidi, Circondario Empolese-Valdelsa, Terre del Rinascimento, Associazione Nazionale Città del vino, Fondazione CittàItalia, Dimore Storiche sezione Toscana, A.I.S. Toscana, Associazione Strada dell'olio e del vino del Montalbano Le colline di Leonardo, Comitato Dama di Bacco, Camera di Commercio di Firenze, Istituto Superiore Statale Federigo Enriques di Castelfiorentino (FI), casa editrice ETS di Pisa, Agenzia di Viaggi Turandot.


Grazie infinite a tutti i nostri autori. I racconti de La gaia mensa - tutti proprio tutti! - saranno interamente pubblicati su DiVINando da luglio prossimo.
Appuntamento al 1° luglio con la cerimonia di premiazione del concorso a Villa Petriolo, quando festeggeremo tutti gli autori, dal 2007 ad oggi: “A Grangola”!


Silvia Maestrelli


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