Dipingere con il fuoco è la sua arte.
Il fuoco purificatore, il fuoco sacro a Vesta, il fuoco distruttore , il fuoco elemento alchemico sono il suo tutto, fatto di chiari e di scuri di fiamme e silenzi ,di rabbia ed amore.
Da Miami,( Florida) Eduardo Giannatasio ritorna alla sua Sieti per riportare i suoi «colori di fuoco» in quella realtà così lontana dai luoghi dei suoi trionfi , come si sa “ nemo profeta in patria”.
“Bisogna emigrare per divenire grandi artisti o bisogna morire per essere riscoperti” Lo dice spesso agli amici che, andandolo a trovare ,lo chiamano maestro, facendolo ridere di cuore.
Perché è rimasto quello di sempre, scanzonato , colto , amico di pelle e di cuore.
Racconta la sua vita, che è una vera avventura , da quando in un tempo lontano, cercava di vendere i sui quadri in una Salerno chiusa e scostante, ove Lui non valeva niente , fino a quel giorno, in cui una signora, che vorrebbe rincontrare gli cambiò il corso ella vita:
non volle comprare un suo quadro che lui gli offriva, ma gli mise in mano venti mila lire mila lire,(l’euro a quei tempi non c’era ancora), e gli disse:
“ Predi questi soldi… ma il quadro puoi tenerlo… non saprei che farne è veramente brutto.”
Fu quella la molla che lo spinse ad emigrare in Francia e fare molti mestieri, tra cui il pizzaiolo ,(devo dire che oggi, nelle grandi feste,,che organizza per gli amici, le sue pizze sono dei veri capolavori.) e ,continuando il suo racconto, narra quando una notte, sotto un ponte a Parigi, per gioco organizzarono un mostra, appendendo delle tele su dei fili tirati da muro a muro, da pilone e pilone e “cosa vuoi, il destino, giocò il primo scherzo, il primo successo”.
Gli brillano gli occhi,mentre continua il racconto , la gente si fermava incuriosita e fu così per tutta la notte e poi le prime richieste e poi le vendite in un crescente inaspettato.
Tutto cominciò ad essere in discesa, sembrava che il vento avesse cominciato a prendere la vela e la vita andava.
Poi brusco un nuovo fermo, un nuovo dolore, la malattia la sofferenza, poi, il giro delle ruota della vita ed ecco un’altra tappa, l’America , il successo , il grande successo.
Poi il ritorno, l’invidia,le maldicenze, le istituzioni che non vogliono riconoscere il suo talento al punto che nel suo paese Sieti non c’è un opera dal lui firmata, mentre si ospitano opere che vengono da artisti forestieri, moto meno famosi di lui , Ma si sa la politica non ricompensa l’arte ma si muove su piani incomprensibile a noi umili mortali
Voglio concludere, con un piccolo aneddoto di qualche sera fa.
Premesso che dopo il successo ottenuto in America, oggi , ogni opera di Eduardo Gianatasio vale pecchi migliaia di euro..ero in visita con alcuni amici Nella villa dell’artista, ed eravamo stati ammessi, cosa eccezionale al ” Sancta Sanctorum ” il suo laboratorio.
Una mia mica, vide in un ‘angolo un pezzetto di un suo quadro, che era stato gettato tra i trucioli del legno che Eduardo usa per le sculture.
L’amica , perse tra le mani il pezzetto di quadro ed espresse il desiderio di ottenerlo in regalo.
Facemmo un piccolo calcolo della sua superficie e considerando il costo di una opera standard ricavammo il valore del pezzetto.
Eduardo , sempre sornione , prese un pennarello, fece dei tratti, sul pezzetto di quadro, poi prese dell’ liquido infiammabile e diede fuoco ai colori che aveva aggiunto.
Fu come assistere ad un rituale magico, il fuoco trasformò i colori che colarono guidati dalle sue mani esperte. In un attimo e quel pezzettino di legno divenne un capolavoro, poi la firma ed il rituale si concluse.
La mia amica, aveva avuto in regalo un valore davvero notevole, ed il nostro pensiero volò alla signora che pagando ventimila lire aveva lasciato perdere un capolavoro e..come diceva qualcuno tempo fa: meditate gente
Giuseppe Maria Galliano
