Il corso è pensato per i Soccorritori certificati 118, sia volontari che dipendenti e offre le informazioni fondamentali per riconoscere e per muoversi sulla scena di un crimine.
L’inquinamento della scena del crimine è arrivato alla ribalta delle cronache dopo i recenti processi che, tra l’incredulità generale, hanno scagionato più di un imputato. Prove andate perse o distrutte, esami del Dna che inchiodano il colpevole, ma fino a un certo punto, analisi delle impronte non decisive.
Se da un lato è vero che la scena del crimine va delimitata, dall’altro lato è anche vero che molte sono le professionalità che, a vario titolo, intervengono per prestare la loro opera (di soccorso o di analisi).
Primi tra tutti, in genere, intervengono i soccorritori. In tanti casi la scena del crimine è manifesta, ma capita anche che alcuni scenari che a prima vista potrebbero sembrare incidenti (domestici, stradali) si trasformino, con le indagini, in scene del crimine: si pensi, per esempio, al marito avvelenato dalla moglie. I soccorritori possono trovare qualcuno che sembra colto da infarto, ma durante l’autopsia il medico legale scopre che invece ci sono sostanze velenose nel sangue.
In tutti i casi, preservare la scena di un crimine e, prima ancora, cercare di “leggerla”, è importante. Capire il lavoro della polizia scientifica, la ricerca delle tracce e degli indizi, l’analisi del Dna, della Bloodstain Pattern Analysis, delle impronte digitali è un momento utile per poi applicare al meglio il protocollo 118.
Il corso è organizzato da HEA Formazione, che rilascerà un attestato di frequenza al termine del corso.
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