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sabato 30 agosto 2008

LAURA CENNI: UNA RAGIONIERA PRESTATA ALL'AGRICOLTURA







DAL 1956 UN PERCORSO RICCO DI PASSIONE E CULTURA
A RIOLO TERME UNA DONNA DAVVERO SPECIALE
Colori caldi, festosi e naturali ci accompagnano attraverso distese di pascoli, vigneti e frutteti, alla scoperta dell’Azienda Agricola “Cenni”, situata sulle colline romagnole di Riolo Terme (RA). Ci accoglie Laura, figlia del titolare e precursore dell’attività Giacomo, che, insieme col fratello Luigi, perito agrario, condivide l’amore per la propria terra ed i prodotti di qualità. In un settore irto di grandi difficoltà ed insidiato da produzioni estranee alla nostra tradizione contadina, Laura Cenni ha raccolto con entusiasmo e capacità manageriali la sfida per un’agricoltura sana e dai sapori antichi. Ci parla con evidente orgoglio dell’allevamento pregiato di mucche di razza Romagnola con il marchio I.G.P., della coltivazione dei vitigni autoctoni, trebbiano e sangiovese, della produzione di frutta selezionata, altro importante fiore all’occhiello nell’economia aziendale. Come Pascoli, innamorato della sua terra, ci piace dire “hic est Romagna”, per definire una realtà generosa e franca, contraddistinta dalla qualità e dalle fragranze di sapori e profumi tradizionali. E pensare che Laura, ragioniera e componente del C. d. A. di una Banca diffusa sul territorio, ha abbracciato con grande amore ciò che è stato avviato dal padre tanto da passare, in men che non si dica, dai conti alle riunioni, dalla famiglia alla conduzione materiale di ciò che riguarda l’azienda agricola, comprese le punture a mucche e vitelli. Di grande tenerezza il rapporto con una cavalla che recentemente ha dato alla luce un puledro e che ogni mattina aspetta da Laura la razione quotidiana di zollette di zucchero.


Alfonso Aloisi
alfonsoaloisi@virgilio.it
cell.: 340-9858493

mercoledì 2 gennaio 2008

Nuovo articolo sul portale turistico dell'Oltrepò Pavese OltrepEAT

L'Azienda agricola Collina del Sole di Borgo Priolo in Oltrepò Pavese ha dedicato la Bonarda Doc al trisavolo Garibaldino del titolare Paolo Caorsi.

Storia del trisavolo di Paolo Caorsi, G.B. Bozzo, detto Giobatta - bisnonno di sua madre, Grazia Bozzo - che era appunto uno dei Mille di Garibaldi. Al seguito dell’eroico condottiero si sciroppò l’intera campagna dell’Italia Meridionale, nel 1860, prima inquadrato come bersagliere nella compagnia comandata da Nino Bixio, per poi passare, dopo il 12 luglio 1860, nelle file dei Carabinieri Genovesi, un gruppo di tiratori sceltissimi, armati - perlomeno loro - di ottimi fucili svizzeri calibro 10 a canna rigata, che risultarono decisivi in diversi frangenti della campagna, in particolare a Calatafimi. Bozzo si guadagnò sul campo di battaglia di Milazzo la promozione al grado di caporale, il 22 luglio 1860. Quel giorno i Carabinieri Genovesi, aumentati nel frattempo al numero di 85, ebbero otto morti e trentasette feriti. «Sono fiero di discendere da un uomo così valoroso - racconta Caorsi - e in suo onore ho battezzato la mia Bonarda, che si può acquistare anche on line, consultando il sito www.collinadelsole.it. Produco anche barbera, pinot nero vinificato in rosso e in barriques. E su prenotazione organizzo degustazioni». Nonostante viva da molti anni lontano da Genova, Caorsi non ha interrotto i rapporti con la terra natale e sabato 1° dicembre ha partecipato alla presentazione del video “Genova in camicia rossa”, presso il Museo del Risorgimento di via Lomellini. Il suo trisavolo era nato a Genova il 9 marzo 1841, da Francesco Bozzo e Maria Bagnasco, dunque era di schiattatipicamente genovese, come denotano i cognomi dei suoi genitori. Di professione pellaio, si era unito alla spedizione che Garibaldi, dopo molte incertezze, aveva infine lanciato alla conquista della Sicilia. Terminata la gloriosa campagna meridionale che consegnò a Vittorio Emanuele II di Savoia metà della penisola Italiana, senza che il suo esercito dovesse sparare un solo colpo di fucile, anche Bozzo come tanti suoi compagni d’arme venne smobilitato senza tanti complimenti, ovvero messo in congedo a Caserta, il 6 dicembre 1860 e rispedito a casa, a Genova. Poiché però era soggetto all’obbligo di leva (non aveva ancora compiuti i vent’anni!), dovette rivestire nuovamente non la gloriosa camicia rossa garibaldina, naturalmente, ma la divisa dell’esercito regolare di un’Italia appena venuta al mondo. Iscritto alla seconda categoria del secondo contingente di leva del 1861, Bozzo venne chiamato sotto le armi il 1° ottobre 1862 e servì l’Esercito italiano fino al 1° ottobre 1864, prima come soldato di seconda classe e quindi col grado di caporale. Si occupò principalmente di repressione del brigantaggio proprio in quelle terre che lo avevano visto battersi per liberare le popolazioni del Sud dal re di Napoli e dal suo dispotico regime. Richiamato in servizio secondo la circolare del 28 aprile 1866, G.B.Bozzo venne definitivamente congedato dall’Esercito italiano l’11 giugno dello stesso anno, a Sant’Arcangelo di Romagna. Eppure le sue avventure militari non erano ancora terminate. Nel 1867 rispose infatti all’appello di Garibaldi che aveva chiamato a raccolta i suoi vecchi miliziani nel tentativo, fallito all’Aspromonte cinque anni prima, di riconquistare Roma all’Italia. Bozzo combattè a Monterotondo e a Mentana, dove si distinse dirigendo il tiro di due piccoli cannoni, purtroppo tra i pochissimi dei quali Garibaldi disponeva quell’infausto giorno. I francesi, armati con i modernissimi fucili a ripetizione Chassepots” e perfettamente equipaggiati, col rinforzo delle truppe pontificie ebbero ragione dei coraggiosi garibaldini. Fu una delle pochissime sconfitte campali patite da Garibaldi, la battaglia di Mentana. Una ferita che non si rimarginò mai più, nell’animo del generale. Il caporale Bozzo salvò la vita e terminò la carriera militare. Rientrato a Genova, ci visse serenamente fino al 5 novembre 1909, quando a 68 anni, rese l’anima a Dio. (Da un articolo di Renzo Parodi pubblicato nel Secolo XIX del 03/12/2007)


Aggiunta Azienda Agricola "La Collina del sole" di Borgo Priolo in Oltrepò Pavese sul portale OltrepEAT

Oggi sul portale turistico dell'Oltrepò Pavese OltrepEAT abbiamo aggiunto la scheda dell'Azienda Vitivinicola "La Collina del Sole".

L'Azienda è a carattere familiare dove l'antica "arte" agricola viene svolta ancora in modo tradizionale in modo da poter offrire un prodotto di qualità e sicura provenienza.
L’Azienda Collina del sole situata nell’Oltrepo Pavese, nel territorio comunale di Borgo Priolo, in Oltrepò Pavese ha il pregio non solo di espandere I suoi ricchi vigneti in terreni collinari argillosi calcarei ben esposti al sole per circa 6 ettari , A 270 metri sul livello del mare, ma anche di vantare una tradizione esemplare tra gli avi dei suoi proprietari. Paolo Caorsi, che ha rilevato l’Azienda, è infatti il nipote di un Garibaldino, tal Giovanni Battista Bozzo che, genovese di nascita, partecipò all’impresa dei “Mille”. Per ricordare l’eroico patriota, il discendente gli ha dedicato una profumatissima Bonarda dal nome “Uno dei Mille”. Fu però Enrico Buttini che impiantò nel 1920 il primo vigneto, dando inizio a una tradizione vinicola che è andata continuamente migliorandosi negli anni, nello scrupoloso rispetto della natura. Di questo antico vigneto composto da ormai rare viti autoctone con radici proprie non americane viene oggi prodotto un Barbera molto pregiato “Antica Vigna” in quantità limitata, raggiungendo interessanti caratteristiche organolettiche, dedicato al figlio del garibaldino detto “Pitueto”, pittore che ha disegnato l’immagine di un cameriere, riprodottta sull’eticheta omonima, a Vienna nel 1921. I nuovi vigneti hanno un maggior numero di piante per ettaro che danno con potature corte uva in minor quantità ma con un carattere maggiore per creare un grande vino. L’Azienda è in conversione biologica controllata dall’ICEA. In Azienda è presente la nuova sala degustazione dove è possibile degustare ed acquistare I vini prodotti.

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