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giovedì 5 gennaio 2012

La Pietra Verde presenta: LA COMPAGNIA DEL TEMPO LIBERO 2012 30 camminate Eco-Sportive per il benessere psico-fisico della persona

pietraverde2012L'Associazione La Pietra Verde presenta il proprio programma delle escursioni in oltrepò e non solo del 2012:

LA COMPAGNIA DEL TEMPO LIBERO
Escursioni 2012 11° ANNO
CAMMINATE ECO-SPORTIVE PER IL BENESSERE

PSICOFISICO DELLA PERSONA

LE NOSTRE ESCURSIONI
Escursioni di Walking Ecoconsapevole
06 07 08 gennaio Ciaspolate a Capannette di Pej (PC)
29 gennaio Levanto-Monterosso (SP) 12 febbraio Nervi-Monte Santa Croce (GE)
26 febbraio Ciaspolata al Rifugio Piani di S. Lorenzo (AL)
15 aprile Il Sentiero di Frate Ave Maria (PV)
6 maggio Il Monte Figne (GE)
09 10 giugno Caldirola-Rifugio-Caldirola (AL)
16 17 giugno Work Shop sul riconoscimento delle farfalle (AL)
07 08 luglio Work Shop di fotografia (AL)
28 luglio Notturna sul Passo dell'Aquila (PV)
5 agosto La festa del Redentore (M. Giarolo) (AL)
10 agosto Notte in Rifugio (AL)
dal 18 al 25 agosto Il Cammino di Santiago di Compostela (Spagna)
dal 26 al 30 settembre La Via del Mare • Rif. S. Lorenzo-Portofino (GE)
21 ottobre I colori dell'autunno - Il Monte Antola (GE)
4 novembre L'anello del Penice (PC)
18 novembre I luoghi Pellizziani (AL)

LE NOSTRE ESCURSIONI
Escursioni e trekking urbano (spostamento in pullman)
11 marzo Finalborgo-Verezzi (SV)
25 marzo Sanremo in fiore (IM)
22 aprile Il trenino delle 100 valli (Svizzera)
27 maggio Prealpi Biellesi (BI)
24 giugno Il castello di Racconigi e la Sacra di San Michele (CN)
15 luglio Il Lago Blu (AO)
26 agosto Lucca – Collodi (PT)
02 settembre La Valle Incantata (AO)
16 settembre Il castello di Fontanellato (PR)
07 ottobre Alagna Val Sesia (VC)
08 dicembre Montreaux e i mercatini di Natale (Svizzera)

L’Associazione La Pietra Verde gestisce il Rifugio dei “Piani di San Lorenzo”, utilizzando la struttura come circolo (CSEN Centro Sportivo Educativo Nazionale) riservato ai soci. Il Rifugio è di proprietà della Comunità Montana Terre del Giarolo ed è ubicato a m 1101 s.l.m. alle pendici del Monte Giarolo sul versante della val Borbera (AL), si tratta di una vasta area pianeggiante composta da terrazzamenti una volta coltivati, è totalmente circondato da stupende faggete e abetaie che danno origine a un luogo incantevole e suggestivo che colpisce profondamente il visitatore.
Per raggiungerlo si imbocca la stradina asfaltata che si trova a metà strada tra i paesi di Pallavicino e Borgo Adorno. La struttura è stata totalmente rifatta nel 2006, offre servizio di ricettività con un grande salone per i pasti, bar, camera per il pernottamentocon letti a castello (12 posti), 4 bagni e 2 docce.

Info:

rifugiosanlorenzo@yahoo.it

assopietraverde@yahoo.it

Tel. 346.3540867 – 349.8526147 – 338.5291405.

lunedì 4 maggio 2009

Voler bene all'Italia 2009, escursione naturalistica con la Pietra Verde in Alto Oltrepò


Domenica 10 maggio 2009 il Comune di Bagnaria, il Comune di Val di Nizza, il Comune di Ponte Nizza, l'Associazione "La Pietra Verde ", in collaborazione con la Provincia di Pavia, il Museo civico di Voghera e l'Associazione Culturale "Amici di Poggio Ferrato", nell'ambito del progetto "Voler bene all’Italia"
Organizzano:

...Dalla Vecchia Ferrovia… alle Grotte di S.Ponzo…


Escursione: Ponte Nizza - San. Ponzo Semola – Grotte di San Ponzo – Bagnaria - Ponte Nizza

Programma:
Ritrovo ore 9,30 presso la Piazza Italo Pietra di Ponte Nizza.
Escursione lungo una parte del vecchio tracciato ferroviario: Voghera-Varzi, risalita alle Grotte di San Ponzo Semola e ritorno.
Lunghezza dell’itinerario km 9 andata e ritorno.
Si consiglia: Scarpe da Trekking o tennis e pranzo al sacco.

Clicca qui per scaricare il volantino e la descrizione dell'itinerario
tn_s2020898.jpgDal paese di Ponte Nizza, si segue per circa 1 km in direzione Varzi, il vecchio tracciato ferroviario Voghera-Varzi.
Dopo circa 30 minuti di cammino dal paese, si arriva alla piccola località di San Ponzo Semola, dall’antica chiesa si attraversa tutto il caratteristico paese. Merita infatti di essere osservato questo vecchio paese costruito completamente in pietra, la roccia usata per la costruzione è arenaria e cioè sabbia cementata nei milioni di anni, estratta proprio dal Rio Semola che costeggia in parte il sentiero che seguiremo.
Per circa 3 chilometri si percorre una strada inghiaiata che conduce alle Grotte di San. Ponzo a m. 580 s.l.m., questi anfratti, scavati nei milioni di anni dalle infiltrazioni dell’acqua, hanno formato alcune cavità di notevoli dimensioni, permettendo addirittura la costruzione di una piccola chiesetta all’interno di una delle grotte, luogo dove il Santo, scelse di vivere, tra questi boschi, come eremita.
Questa zona nella parte alta del Monte Vallassa m. 752 s.l.m. è zona archeologica, infatti la località di Guardamonte, rappresenta il sito archeologico più interessante della Valle Staffora, offrendo la possibilità di effettuare un viaggio a ritroso nel corso della storia locale. Grazie al ritrovamento dei vari reperti archeologici il sito mette in luce il susseguirsi delle differenti fasi insediative del luogo, tracciando una storia che, dal Neolitico, giunge sino all’epoca romana.
Il percorso prosegue e accompagnati da numerosissimi muri a secco (utilizzati un tempo per delimitare i confini di proprietà) e lasciati alle nostre spalle splendidi boschi di castagno, il percorso scende velocemente, conducendoci nei pressi del paese di Bagnaria, dove, attraversato il ponte sul Torrente Staffora si incrocia nuovamente il vecchio tracciato ferroviario che conduce in direzione Nord verso Ponte Nizza meta conclusiva della nostra escursione.

La Storia:
la ferrovia Voghera-Varzi partiva da Voghera e, attraversando le colline, percorreva tutta la Valle Staffora sino a raggiungere Varzi.
Per circa trentacinque anni, dagli inizi degli anni ’30 fino alla metà degli anni ’60, ai margini della pianura correva questo trenino che da Voghera a Varzi effettuava una decina di fermate: serviva per i pendolari diretti dalla Valle Staffora verso Voghera o Milano e i turisti che nei week-end o nel periodo estivo volevano raggiungere l’alta Valle Staffora: la decisione di realizzare una ferrovia era stata presa con l’intento di offrire nuovi collegamenti tra la montagna e la pianura e anche per far fronte all’ormai crescente industrializzazione dei centri metropolitani.
La ferrovia della Valle Staffora percorreva 32 Km: il capolinea di Voghera si trovava adiacente alla Stazione delle Ferrovie dello Stato.
Il capolinea di Voghera, con la propria stazione, si inseriva nella piazza che ospita il fabbricato F.S. il minuscolo edificio era munito di sala d’attesa, biglietteria e bar.
Proseguendo, la linea correva parallela ai binari della Voghera – Piacenza , attraversato il Torrente Staffora, e superata la Statale n° 10 per Piacenza su apposito cavalcavia, raggiungeva la fermata di Torrazza Coste, la stazione di Codevilla e successivamente quella di Retorbido. Procedendo si giungeva al paese di Rivanazzano entrando nella valle del Torrente Staffora e in pochi minuti a Salice Terme.
Prima di arrivare a Godiasco si costeggiava il deposito militare per carburanti, a cui la linea si accordava, dalla stazione di Godiasco la linea avanzava parallela alla riva destra del Torrente Staffora, in un paesaggio collinare arricchito da boschi, vigneti e coltivazioni, incontrando le fermate di San Desiderio, Pozzol Groppo, Cecima, la stazione di Ponte Nizza, San Ponzo, la stazione di Bagnaria e l’ultimo impianto di Ponte Crenna.
Cinquanta minuti dopo aver lasciato Voghera si incontrava infine il capolinea di Varzi.
La stazione di Varzi era attrezzata, oltre che del fabbricato viaggiatori e dell’ampio piazzale, di rimessa per la sosta notturna dei rotabili e di dormitorio per il personale.
I 32 chilometri di linea e tutti i raccordi erano elettrificati in corrente continua, avente una tensione nominale di tremila Volt con un'unica sottostazione di trasformazione e conversione attrezzata tramite due gruppi mutatori a vapori di mercurio, costruita dal Tecnomasio Italiano Brown Boveri nell’anno 1931; essa disponeva di una potenza pari a 1.800 KW: l’impianto di refrigerazione era ad acqua in circuito sigillato.
Tutto il complesso era posto fra le stazioni di Salice Terme e Godiasco, collegato a quest’ultima località per mezzo di un apposito raccordo.
L’alimentazione primaria veniva derivata dalla rete ENEL, con uno specifico elettrodotto proveniente dalla Centrale di Tortona, recante energia alla tensione nominale di cinquantamila Volt e frequenza di quarantadue periodi.
Il filo di contatto era in rame, il cui diametro era pari a 11 millimetri, sostenuto da una fune portante in acciaio zincato avente un diametro di 9 mm.
La sospensione avveniva mediante catenaria contrappesata in linea: nelle stazioni e su parte dei raccordi industriali veniva adottata quella trasversale semplice, di origine tipicamente tranviaria. Il tutto era sostenuto da pali in ferro modellati a doppio “T” NP 220, mentre tralicci a sezione quadra servivano per i punti di ancoraggio. Nel complesso si contavano 871 pali.
La linea aerea era garantita contro cortocircuiti, sovraccarichi ed eventi accidentali da interruttori extrarapidi, scaricatori di tensione e sezionatori di linea e di stazione.
Il 31 luglio 1966 il treno compie il suo ultimo viaggio dopo trentacinque anni di servizio. A tarda sera il locomotore con a bordo alcuni passeggeri parte dal capolinea di Varzi e giunge a Voghera. Poi parte per il deposito. E’ la fine di una lunga, bellissima storia.

Note naturalistiche:
i boschi che circondano tutta la zona, sono tra i più belli di tutto l’Oltrepò; si possono osservare castagni secolari di grandi dimensioni di età approssimativa ai 500 anni, mentre le rocce delle Grotte, sono le arenarie del Monte Vallassa, rocce deposte in milioni di anni che rappresentano un libro da sfogliare e scoprire. Si possono infatti vedere i depositi e i fossili lasciati dal mare quando era tranquillo e i fini sedimenti che si depositavano lentamente nel fondale, oppure cosa trasportavano a riva le tremende tempeste che di tanto in tanto sconvolgevano la vita tranquilla degli organismi che popolavano la costa.

La Fauna:
Faina, Scoiattolo, Volpe, Tasso e Capriolo, seppur molto difficili da osservare direttamente, ci lasciano svariate tracce che testimoniano la loro presenza, mentre più facile è vedere o ascoltarne i canti ed i richiami, il Picchio rosso maggiore, il Picchio rosso minore, il Picchio verde, il Rampichino e poi lo Sparviero e la Poiana, il Fringuello e 4 specie di Cince (Cinciarella, Cinciallegra, Cincia Bigia e Cincia Mora), solo per citarne alcuni.
In alcuni tratti la presenza del Cinghiale è notevole, come testimoniano le numerose impronte sul terreno; la quantità di castagne ed il rifugio offerto dalla quasi inaccessibile gola scavata dal rio Semola, offrono infatti nutrimento e relativa sicurezza a questo ungulato, sopratutto nei mesi invernali.

mercoledì 21 gennaio 2009

Passeggiate sulla mappa satellitare dell'oltrepò Pavese con oltrepeat e la Pietra Verde

Oggi sul portale di promozione turistica dell'Oltrepò Pavese sulle google maps, OltrepEAT pubblichiamo in collaborazione con l'Associazione "La Pietra Verde" la mappa satellitare del sentiero denominato "La Panoramica" .
Da Brallo di Pregola si percorre il sentiero passando da Pian del Lago fino a giungere al bivio per Dezza, da dove, procedendo sulla destra, incomincia la strada bianca che corre lungo il confine tra la Lombardia e l'Emilia Romagna e dalla quale si gode di uno splendido panorama, avendo sulla destra la valle Avagnone e sulla sinistra la più nota val Trebbia. Il primo tratto del sentiero è immerso nel bosco, di latifoglie, di conifere o misto, permettendoci di udire il canto di innumerevoli uccelli passeriformi e di imbatterci nelle piste lasciate dal capriolo (Capreolus capreolus) o negli insogli indicanti la presenza del cinghiale (Sus scrofa).
Quando ad un certo punto si abbandona il bosco la vista può godere dei panorami di tutto rispetto che questa passeggiata è in grado di offrire, soprattutto sono l'imponente profilo del Monte Lesima (m.1724 slm) e la maestosa sagoma del Monte Alfeo a stagliarsi nel cielo allorchè si porga lo sguardo verso Sud-Ovest. Se lo scenario lontano che ci viene offerto è meraviglioso lo stesso si può dire per il paesaggio che avvolge il sentiero, fatto di vecchi campi e pascoli che con l'abbandono delle attività umane lasciano pian piano spazio a giovani alberi e soprattutto in un primo momento agli arbusti quali ad esempio il biancospino (Crataegus monogyna), la rosa canina (Rosa canina) e le ginestre. Questi arbusteti rappresentano un ambiente molto interessante per ciò che riguarda l'avifauna, sia in inverno sia d'estate infatti possiamo imbatterci in specie interessanti che trovano qui il loro habitat.

La PanoramicaIn inverno le bacche di alcune essenze arbustive rappresentano una riserva di cibo fondamentale per la sopravvivenza soprattutto dei turdidi (Turdus ssp.) i quali in parte giungono dal Nord Europa per trascorrere da noi la stagione fredda, aggiungendosi quindi a quelle specie o popolazioni stanziali. Sarà perciò semplice osservare qualche tordo sassello (Turdus iliacus) insieme alle numerose e rumorose cesene (Turdus pilaris) entrambe specie presenti qui solo in inverno che si aggiungono ai tordi bottacci (Turdus philomelos), alle tordele (Turdus viscivorus) ed ai merli (Turdus merula) che si fermano anche per nidificare. Se quelle sopra citate sono specie relativamente comuni e facili da osservare a queste latitudini lo stesso non si può affermare per altre specie. Ne è un esempio il tordo golanera (Turdus atrogularis), del quale venne trovato un individuo morto il 24 novembre del 2005 proprio in questi terreni. Si tratta di una specie di comparsa accidentale in Italia (18 segnalazioni in totale prima di questa) e ovviamente ancor più rara in Lombardia; questo per dire che nella grande quantità di specie comuni a volte capita di trovare anche specie rare. La presenza di numerosi contingenti di tordi è testimoniata anche dalla gran quantità di capanni utilizzati per la caccia a questi passeriformi. Con l'arrivo della stagione riproduttiva, molti di quei tordi che erano presenti in inverno migrano verso Nord lasciando il posto ad altri passeriformi provenienti dai quartieri di svernamento; potremo allora ammirare le livree dell'averla piccola (Lanius collurio), della sterpazzola (Sylvia communis) provenienti dall'Africa Sub-Sahariana ma anche di specie che non si sono allontanate così tanto in inverno come gli splendidi zigolo muciatto (Emberiza cia) e zigolo giallo (Emberiza citrinella). Il percorso prosegue fino al paese di Colleri, qui, si incrocia la strada Provinciale che porta a Ponte Organasco, si piega a destra su strada asfaltata in direzione Brallo per circa 1 km. L'itinerario svolta a sinistra e poi ancora a destra in direzione del cimitero di Colleri, da qui il percorso abbandona la strada asfaltata e diventa sentiero, costeggia nella parte bassa il cimitero e raggiunge la frazione di Feligara in circa 20 minuti.

Poco prima della piccola frazione si incontra una bellissima fontana "La fontana dell'arbio" ristrutturata recentemente, si prosegue attraversando la frazione per risalire nuovamente sulla Provinciale.

Incrociata la Provinciale, si raggiunge il paese di Brallo di Pregola in circa 50 minuti.

domenica 4 gennaio 2009

Il Sentiero dei Briganti, mappa satellitare in collaborazione con la Pietra Verde

Oggi sul portale di promozione turistica dell'Oltrepò Pavese sulle google maps, OltrepEAT pubblichiamo in collaborazione con l'Associazione "La Pietra Verde" la mappa satellitare del sentiero denominato "Il Sentiero dei Briganti". Questo itinerario escursionistico, lungo circa 5 km, collega i paesi di Brallo (m.950 slm) al paese di Fego (550 m s.l.m.). Da Brallo si raggiunge su strada asfaltata la frazione di Bralello in circa 15 minuti, il percorso attraversa la piccola frazione e scende su mulattiera verso il Bosco dei Giganti, uno stupendo bosco di castagni secolari. Il castagno forma estesi boschi nelle località montuose tra i 300 metri e i 1000 metri di altitudine. E' un albero con un bel tronco e con una chioma quasi rotonda.
E' una pianta che può vivere diversi secoli e raggiungere grandi dimensioni, in alcuni casi arriva ad avere una circonferenza di parecchi metri e un'età che supera i 700 anni.
Superato il castagneto, la discesa si fa più ripida e prosegue fino ad arrivare ai ruderi del Mulino dei Cognassi. Il Molino dei Cognassi era una struttura in pietra a vista con una cascina e una stalla, con davanti un grande prato. La caratteristica di questo molino era la ruota molto stretta e alta quasi dieci metri, ancora oggi ben visibile; questa ruota girava grazie alla spinta dell'acqua del Fosso del Freddo che nasce a Cima Colletta, per poi confluire nel Rio Montagnola e quindi sfociare nel Torrente Staffora vicino a Fego.
Proseguendo, si guada più volte il Montagnola e in circa 30 minuti, si giunge alla Grotta dei Briganti, formata da enormi massi di granito. I massi sorgono sopra una piccola radura poco distanti al paese di Fego, sono poggiati uno contro l'altro e formano un anfratto che può contenere alcune persone.
Nei tempi passati è stata il rifugio segreto di gruppi di briganti che, una volta assalita la carovana o il povero viandante, si rifugiavano nella grotta, sicuri che nessuno osasse salire fin quassù per cercarli.
Dalla grotta, si prosegue ancora per circa 15 minuti, si guada per l'ultima volta il Rio Montagnola e si giunge al paese di Fego.

Itinerari e Turismo in Oltrepò Pavese

Lunedì 19 Gennaio, presso la Sala Municipale del Comune di Val di Nizza l'Associazione "La Pietra Verde" presenterà il programma delle escursioni per l'anno 2009. Durante la serata ci saranno altri interventi in cui si potrà parlare di Turismo e promozione del territorio. OltrepEAT porterà la propria esperienza di due anni sul web e di un anno di collaborazione con la Pietra Verde. Durante questo periodo infatti sono stati mappati alcuni itinerari su una mappa satellitare, grazie alla tecnologia gratuita di google maps, dando così una nuova visione integrata e facilmente navigabile del territorio. Sulle mappe sono infatti visibili non solo i sentieri, ma anche le strutture ricettive, come Alberghi, ristoranti e Agriturismi e i monumenti presenti sul territorio.
Programma:

saluti delle autorità presenti:
Paolo Culacciati, Sindaco di Val di Nizza e Assessore al Turismo della Comunità Montana dell’ Oltrepò Pavese.

Interventi:
Riccardo Rancan, Guida escursionistica dell’Associazione La Pietra Verde “I nuovi progetti sulla sentieristica locale”.

Giuseppe Moglia, Assessore alla Cultura e ai sistemi informativi del Comune di Bagnaria “Turismo e internet, come utilizzare strumenti gratuiti per promuovere un territorio”.

Claudio Negri, Presidente del Gruppo “Geo Paleontologico Vogherese” “I percorsi escursionistici sul sito Internet della Pietra Verde”.

Pierluigi Casanova, Guida naturalistica dell’Associazione La Pietra Verde, presentazione del nuovo video: “La Terra di Mezzo”.

domenica 16 novembre 2008

Trekking e sentieri in Oltrepò Pavese, L'Anello del Montagnola in collaborazione con La Pietra Verde

Continua sul portale di promozione turistica dell'Oltrepò Pavese OltrepEAT la collaborazione con gli amici dell'Associazione La Pietra Verde.
Oggi presentiamo il sentiero denominato L'Anello del Montagnola .
Partendo da Brallo, si sale in circa 20 minuti fino al Piano della Crocetta, da questo punto, si devia a sinistra inoltrandoci nella faggeta. Il sentiero prosegue nel bosco in leggera discesa, un tratto molto fresco e riposante, che si percorre accompagnati dal frusciare leggero delle foglie e dal profumo intenso del sottobosco, fino al cimitero di Pregola all’ interno del quale è conservata l’ antica Cappella dei Signori Malaspina, ceto che, nel lontano 1164, dominava tutto il territorio del Comune.
Qui, si incrocia la Strada Provinciale per il Monte Penice, per poi scendere a destra, imboccando un sentiero più stretto del precedente che in pochi minuti raggiunge la S.P. 186.
Attraversata la strada, il sentiero scende per circa 600 metri giungendo sul greto del Torrente Montagnola, per poi risalire attraversando una pineta fino al paese di Brallo.
Camminando lungo tutto il tragitto e facendo un po’ di attenzione a quanto ci circonda specialmente nei mesi di aprile-maggio è facile riconoscere alcune specie di orchidee spontanee.

A breve, sempre in collaborazione con L'Associazione La Pietra Verde saranno pubblicati altri sentieri che, in aggiunta agli itinerari già pubblicati continueranno a promuovere il territorio dell'Oltrepò Pavese in tutti i suoi aspetti

giovedì 6 novembre 2008

Programma escursioni dell'Associazione La Pietra Verde

L'Associazione La Pietra Verde ha pubblicato il Volantino pieghevole del programma delle escursioni 2009. Lo potrete trovare nella sezione Pubblicazioni del portale di promozione turistica dell'Oltrepò Pavese OltrepEAT.
Gli itinerari proposti spaziano nelle Valli CURONE, GRUE, OSSONA, BORBERA, SPINTI, STAFFORA, in Oltrepò Pavese e TIDONE e quelli che insistono sul territorio dell'Oltrepò Pavese potete vederli in anteprima nelle google maps dedicate nella sezione Trekking e Sentieri .
Ecco la presentazione dell'Associazione La Pietra Verde:
"Con questo pieghevole presentiamo il programma delle nostre attività escursionistiche e didattiche che svolgeremo nell’arco del 2009.
Nel leggere il susseguirsi delle escursioni della domenica che, lo vogliamo ricordare, sono aperte a tutti anche a chi non è iscritto all’associazione, può capitare di trovare alcune gite già effettuate negli anni passati ma che riteniamo di ripetere perchè particolarmente interessanti e per dare la possibilità a coloro che non hanno potuto partecipare allora, di farlo in quest’altra occasione; del resto riteniamo che il nostro territorio sia tanto bello che il ritornare sui propri passi è un modo piacevole per rivivere vecchie e nuove emozioni. Ci teniamo a ribadire, per chi ancora non ci conosce, che le nostre escursioni sono generalmente facili, sicure e poco impegnative. Durante il loro svolgimento ci sarà la possibilità di fare numerose soste per ammirare gli innumerevoli panorami che solo percorrendo i sentieri si ha la possibilità di vedere; le guide e gli accompagnatori sono sempre a disposizione per ogni esigenza. A chi verrà con noi chiediamo di fornirsi di un minimo di attrezzatura soprattutto per quanto riguarda le calzature, da preferire quelle da trekking con suola scolpita, un paio di scarpe inadatte potrebbero creare problemi e compromettere, a chi le porta, la buona riuscita della gita. Nello zaino tenete sempre una mantellina impermeabile e una felpa o pile di scorta, in montagna è bene essere previdenti, a volte può capitare di doverle usare entrambe. Può succedere che un partecipante alla gita decida di staccarsi dal gruppo per un qualsiasi motivo, in questo caso è importante che venga avvertito il responsabile o un accompagnatore. Ci scusiamo per queste precisazioni con chi l’escursionismo lo pratica da tempo, ma riteniamo siano utili invece per chi, per la prima volta, vuole avvicinarsi ad esso. I numeri di cellulari che troverete sul programma sono sempre a vostra disposizione, contattateci specie nei giorni che precedono l’escursione."

mercoledì 5 novembre 2008

Itinerari turistici in Oltrepò Pavese, trekking sul Giro delle Tre Fontane

Continua sul portale di promozione turistica dell'Oltrepò Pavese OltrepEAT la collaborazione con gli amici dell'Associazione La Pietra Verde.

Oggi presentiamo il sentiero denominato Il Giro delle Tre Fontane.
Dal Brallo si risale su strada asfaltata, verso il Piano della Crocetta procedendo fra Pini e Faggi con vista panoramica verso la Valle Avagnone e Trebbia. Tenendo la destra si raggiunge, dopo circa 2 km, attraverso un percorso pianeggiante tra e piante di Rovere, Faggi e prati un tempo coltivati, il Pian del Lago dove si trova un campo di calcio inserito in uno scenario naturale molto suggestivo.
Da questo punto si lascia la strada asfaltata, per curvare verso destra su strada sterrata, che in pochi minuti, in leggera discesa ci conduce alla prima fontana detta: fonte dei Tori. Dopo essersi dissetati con l’acqua fresca e pura, si procede per circa 10 minuti, dove si incontra alla nostra destra una sorgente poco prima dell’abitato. Si prosegue fino alla frazione di Feligara dove si incontra la Strada Provinciale…..e una sorgente di acqua solforosa. L’itinerario si chiude proseguendo per circa 50

A breve, sempre in collaborazione con L'Associazione La Pietra Verde saranno pubblicati altri sentieri che, in aggiunta agli itinerari già pubblicati continueranno a promuovere il territorio dell'Oltrepò Pavese in tutti i suoi aspetti

mercoledì 22 ottobre 2008

Trekking in Oltrepò Pavese, l'Anello del Lesima in collaborazione con la Pietra Verde

Continua sul portale di promozione turistica dell'Oltrepò Pavese OltrepEAT la collaborazione con gli amici dell'Associazione La Pietra Verde.

Oggi presentiamo il sentiero denominato l'Anello del Lesima. Dai piani di Propongo,si percorre in direzione nord-ovest, tutta la strada sterrata fino ad incontrare la provinciale Brallo-Giovà (SP 88) a quota 1358 slm, in corrispondenza di una sella.

In questo tratto sul fianco sinistro della strada sono visibili gli strati rocciosi della formazione geologica detta “Calcari di Monte Antola”.
Arrivati alla sella si prende a sinistra una traccia di sentiero che percorre quasi integralmente tutto il crinale spartiacque tra le Valli Staffora (a destra per chi sale) e la Valle Trebbia (a sinistra per chi sale).
Radar del Monte LesimaIn poco tempo, camminando nel bosco si arriva al Monte Terme (m. 1489 slm), dal quale si ha una bella vista di tutto il resto del tracciato e del Monte Lesima con il suo ormai caratteristico radar.
Da qui, camminando prevalentemente su prati, con qualche tratto ripido, dopo il Passo della Ritorta si arriva sul Monte Tartago (m 1688 slm), con bella vista su tutto l’orizzonte.
La meta è ormai vicina, a circa un km e la si raggiunge immettendosi quasi subito sulla strada che sale all’impianto radar del Lesima.
In breve si arriva quindi sulla vetta del Lesima, dove, accanto alla sfera del radar, poco più in alto svetta la caratteristica croce metallica.
Si scende sul versante est della montagna, su ripido e sassoso sentiero; in questo tratto si incomincia a vedere bene la ripida parete rocciosa del Monte Lesima formata da tanti strati di diverso spessore.
Attraverso prati e boschi si scende in località Prato di Cavanna (m 1370 slm), dove si incontra la strada che da Corbesassi conduce a Zerba.
La si segue scendendo a sinistra e, attraverso boschi e pinete, si arriva al punto di partenza.

Sulla google map del portale OltrepEAT potrete percorrere il sentiero vitualmente e vedere quali strutture ricettive, Agriturismi,Alberghi e B&B sono nelle vicinanze dell'Anello del Lesima, dove i camminatori in cerca di ristoro potranno gustare pranzi e cene a base di prodotti tipici della Valle Staffora. Inoltre sulla google map sarà facile vedere quanti e quali beni culturali si possono incontrare lungo il sentiero o poco distante da esso. Avrete così un punto di vista integrato sula zona circostante il vostro itinerario che potrà aiutarvi nell'organizzare al meglio la vostra gita in Oltrepò Pavese. Sul portale OltrepEAT è inoltre disponibile il file gpx del sentiero l'Anello del Lesima in modo tale che ,caricato sul vostro navigatore satellitare, potrà guidarvi in tutta sicurezza lungo il percorso.


A breve, sempre in collaborazione con L'Associazione La Pietra Verde saranno pubblicati altri sentieri che, in aggiunta agli itinerari già pubblicati continueranno a promuovere il territorio dell'Oltrepò Pavese in tutti i suoi aspetti

lunedì 13 ottobre 2008

Trekking in Oltrepò Pavese, il Passo del Condottiero in collaborazione con "La Pietra Verde"

Continua sul portale di promozione turistica dell'Oltrepò Pavese OltrepEAT la collaborazione con gli amici dell'Associazione La Pietra Verde.

Oggi presentiamo il sentiero denominato Il Passo del Condottiero, mappato secondo lo standard CAI dai volontari dell'Associazione La Pietra Verde.

Il sentiero percorre quasi integralmente il crinale che separa la Valle Staffora dalla Val Trebbia, attraverso il Passo del Brallo, collocato a più di metà percorso.

Parte del tracciato si svolge su strade asfaltate (circa 6 km in vari tratti), il rimanente su stradine sterrate o sentieri. Dal passo del Giovà (1360 m s.l.m.) si percorre un tratto della SP 88 (circa 900 m) fino al Colle di Pej (1379 m s.l.m.); qua si lascia la strada per deviare a destra, inoltrandosi nel bosco per un piccolo sentiero che segue il crinale in direzione del Monte Lesima. Giunti in vicinanza del Monte Tartago (1688 m s.l.m.) si incrocia la stradina asfaltata che raggiunge la vetta del Monte Lesima (1724 m s.l.m.). Dalla vetta, si torna sui nostri passi, per circa 500 m e si scende in direzione Nord, sempre mantenendosi sullo spartiacque. Si fanno due brevi risalite (Monte Terme e Monte La Colla) per poi arrivare in discesa alla sella della Colla (1358 m s.l.m.), su percorso prevalentemente boscoso. Dalla sella, dove si incrocia la strada che sale dai Piani di Prodongo, si continua per sentiero mantenendosi sempre sul crinale, raggiungendo la cima Colletta (1494 m s.l.m.). Dalla cima si scende per ripido sentiero fino alla frazione Bocco, da dove in parte su strada asfaltata e in parte su sentiero, si raggiunge Brallo di Pregola, punto più basso dell'itinerario (950 m s.l.m.). Dalla piazza del paese dove passa la SP 186 che scende in Val Trebbia, si prende la strada per Pregola, abbandonandola dopo circa 200 mt prendendo a destra la ripida strada che conduce verso l'abitato di Dezza. La si segue per circa 1 km, quindi, in corrispondenza di una curva sulla destra, la si abbandona per una sterrata che sale nella pineta fino al rifugio incustodito "La Faggeta". Poco prima del Rifugio, si devia a sinistra e si attraversa una splendida faggeta, fino ad incontrare la SP 89 dopo Pregola, in corrispondenza dell'incrocio con la strada che scende a Ceci. Attraversata la Provinciale, si prosegue per boschi su stratto sentiero ancora per circa 20 minuti. Fino alla vetta del Penice, si segue più o meno fedelmente il confine amministrativo tra le due regioni Lombardia (a sinistra) ed Emilia Romagna (a destra). Da qui occorre seguire la provinciale fino al passo Scaparina (1100 m s.l.m.), con splendide viste sulla Val Trebbia. Giunti al Passo Scaparina, si lascia la provinciale per un sentiero che diventa quasi subito una strada sterrata e sale ripidamente verso la vetta del M. Penice, attraversando dapprima pascoli e poi fitte pinete. Si giunge così sulla panoramicissima vetta del M. Penice (1460 m s.l.m.), raggiunta da una strada asfaltata.

Sulla google map del portale OltrepEAT potrete percorrere il sentiero vitualmente e vedere quali strutture ricettive, Agriturismi,Alberghi e B&B sono nelle vicinanze del Passo del Condottiero, dove i camminatori in cerca di ristoro potranno gustare pranzi e cene a base di prodotti tipici della Valle Staffora. Inoltre sulla google map sarà facile vedere quanti e quali beni culturali si possono incontrare lungo il sentiero o poco distante da esso. Avrete così un punto di vista integrato sula zona circostante il vostro itinerario che potrà aiutarvi nell'organizzare al meglio la vostra gita in Oltrepò Pavese. Sul portale OltrepEAT è inoltre disponibile il file gpx del sentiero Il Passo del Condottiero in modo tale che ,caricato sul vostro navigatore satellitare, potrà guidarvi in tutta sicurezza lungo il percorso.


A breve, sempre in collaborazione con L'Associazione La Pietra Verde saranno pubblicati altri sentieri che, in aggiunta agli itinerari già pubblicati continueranno a promuovere il territorio dell'Oltrepò Pavese in tutti i suoi aspetti

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