giovedì 6 marzo 2008

Il senso de “La festa delle donne” nel 2008.

Abolire “la festa delle donne”, per quello che oggi è diventata (evento commerciale), è forse la cosa più giusta da fare, per rispettare chi, in passato, ha realmente ricordato e combattuto le vessazioni subite da altre donne o da loro stesse. Ma anche per le tante che si sentono “donna” tutti i giorni e non hanno bisogno di un determinato giorno per ricordarlo a se stesse e agli altri. Il rispetto è fondamentale per ogni persona, al di là del sesso, della lingua, della religione, delle opinioni politiche, delle condizioni personali e sociali. Uomini e donne dovrebbero essere uguali in termini di diritto e di opportunità di esprimere appieno le proprie potenzialità, avere le stesse opportunità di carriera indipendentemente dal campo prescelto, e che persone con le stesse qualifiche e competenze dovrebbero ricevere a parità di impegno un compenso uguale, ma non sono uguali dal punto di vista delle capacità innate (“diversi” non significa che uno ha capacità inferiori o superiori all’altro, ma che uno eccelle o e portato a svolgere al meglio certi ruoli e l’altro eccelle o è portato a svolgere al meglio altri ruoli). Uomini e donne sono diversi perché si sono evoluti diversamente per ragioni ben precise: i primi cacciavano, le seconde raccoglievano erbe e frutti; gli uomini avevano funzioni protettive, le donne educative. Di conseguenza, nei due sessi il corpo e la mente si sono sviluppati in modo diverso per meglio adattarsi a svolgere le rispettive funzioni. Nel corso di milioni di anni la struttura celebrale di uomini e donne ha continuato a evolversi in modo diverso. Oggi sappiamo che i due sessi elaborano le informazioni in maniera differente, che pensano in maniera diversa, che possiedono convinzioni, percezioni, priorità e comportamenti differenti. Fingere il contrario può essere causa di ansia, confusione e di grande delusione. Ciò significa che l’uguaglianza è una questione politica e morale ma l’identità è una questione scientifica. La diversità fisica e psichica esistente fra uomo e donna è dimostrata dalle ricerche effettuate da noti psicologi, biologi e neuroscienziati al di là di ogni speculazione, pregiudizio o cospirazione maschile. Fino a poco tempo fa si credeva che un bambino nascesse con la mente simile ad un foglio bianco, sul quale gli adulti potevano indicare scelte e preferenze (per cui si pensava che i comportamenti tipici da “uomo” o da “donna” fossero appresi per volere degli adulti). Ora i dati biologici di cui disponiamo presentano, tuttavia un quadro diverso e dimostrano che gli ormoni e la conformazione celebrale sono ampiamente responsabili dei nostri atteggiamenti, delle nostre preferenze e del nostro comportamento. Ciò ha smentito il credere che tali diversità sono state giustificate dal condizionamento sociale, ossia dalla convinzione che un individuo diventava quello che era a causa degli atteggiamenti dei genitori e insegnanti, i quali a loro volta, rispecchiavano quelli della società. L’atteggiamento che gli adulti hanno con i figli, che cambia a seconda di se questi sono di sesso maschile o femminile, non possono determinare il comportamento ma solo esacerbarlo e quindi ciò non fa che accentuare le differenze già esistenti biologicamente. Per tanto il vero rispetto, è partire da un uguaglianza di diritti, per poi accettare le diversità psicofisiobiologiche e far sì, che queste vengano sempre più esplicitate al fine di esprimere le qualità intrinseche che ci vengono dalla Natura. Il capire e soprattutto l’accettare tutto ciò, ci aiuterà a condurre una vita più serena e soddisfacente in armonia con noi stessi e con il sesso opposto. Alcune donne hanno confuso, l’essere rispettate con il poter fare tutto quello che (vogliono) fanno gli uomini, riproponendone soprattutto quegli atteggiamenti e comportamenti che le stesse considerano sbagliati, diventando “competitive” e mostrando il peggio di sé. Questa situazione, ben visibile nella società odierna, porta ad un forte individualismo, dove i ruoli si sovrappongono in modo negativo e dove le donne non sono più “donne” e gli uomini non sono più “uomini” e le famiglie non esistono più. Le donne devono rivalutare la propria femminilità, le proprie caratteristiche psicofisiche, il proprio mondo creativo e di pensiero, e soprattutto riscoprire il loro ruolo di madre. La donna ha il potere immenso, forse l’unico che realmente conta, quello della maternità ovvero di mettere o non mettere al mondo una nuova vita, con o senza il consenso dell’ uomo. La Natura ci ha differenziati per salvaguardare l’evoluzione della specie ed a noi rimane solo il compito (dovere) di rispettare tale volere.
Piscicelli Vincenzo